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Addio caro Nino, socialista da sempre

Un giorno me ne parlò Craxi, dicendomi: “Come sta Nino?”. Non immaginavo si riferisse a Nino Santachiara, socialista lombardiano di Carpi. Mi spiegò che si erano conosciuti al congresso nazionale della Federazione giovanile socialista che si era svolto a Reggio Emilia nel 1961. Di Nino ho tanti incancellabili ricordi. Alcuni legati alla nostra amicizia che si sviluppò in particolare durante le campagne elettorali in cui ero candidato. Carpi, si sa, è un po’ modenese e un po’ reggiana. O forse né l’una né l’altra, solo carpigiana. E così durante le elezioni politiche divideva i voti tra i candidati di Modena e di Reggio. Credo che Nino sia stato contento che nel 1987 sia io sia Paolo Cristoni siamo stati eletti in Parlamento. Quando lo incontravi sembrava sempre intento a progettare qualcosa, a puntare su un nuovo obiettivo. Con spavalderia, con ostinazione. Nei congressi amava le minoranze. Non ne ricordo uno in cui non abbia accentuato le sue critiche, senza timore, ma anche senza cattiveria. Lo salvava sempre il sorriso col quale accompagnava le sue osservazioni, anche quelle più velenose. Che spesso si trasformava in risata quando raccontava una storia, quando ironizzava su un compagno. Era un uomo libero, Nino, incapace di sacrificare anche in nome dell’amicizia, una sola delle sue convinzioni. Consigliere e assessore a Carpi e in Provincia di Modena, presiedeva il Circolo Gregorio Agnini di Carpi. Fino all’ultimo suo giorno di vita non aveva smesso di essere socialista. Ci siamo visti l’ultima volta alcuni mesi fa. Per me era sempre lo stesso. Magro, smilzo, scattante, energico. Ci ha lasciato alla soglia degli 87 anni improvvisamente. Senza un preavviso. Difficile pensare che uno come lui dovesse abbandonarci in un altro modo.