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Je suis chrétien

Mentre Trump, con un’azione in stile celodurista, sgancia qualche bomba sull’aeroporto siriano, l’Isis sferra uno dei suoi più brutali e vergognosi attacchi al mondo civile. Dopo la strage di Stoccolma, di stampo terroristico e in modalità islamiche, i due strazianti attentati in due chiese cristiane copte d’Egitto. Tra loro collegate e insieme concepite e preparate. Due kamikaze si sono fatti esplodere prendendo di mira le chiese di Tanta, nel Delta del Nilo, e di Alessandria, mentre i fedeli erano riuniti per celebrare la domenica delle Palme, uccidendo 45 persone e ferendone almeno 118. Un bilancio destinato a salire. I due attentati sono stati subito rivendicati dallo Stato islamico, attraverso l’agenzia Amaq che ha scritto: «Gruppi dell’Is hanno condotto gli attacchi contro due chiese a Tanta e Alessandria».

In quella di Alessandria l’obiettivo era il Papa copto Teodoro II, scampato fortuitamente all’attentato, e questo a venti giorni dall’arrivo in Egitto di Papa Bergoglio, che ha confermato la visita nonostante i drammatici avvenimenti e rischi conseguenti. Solidarietà al popolo cristiano, alla Chiesa copta e grande apprezzamento per la scelta di Papa Bergoglio che ancora una volta ha voluto confermare la sua tendenza al dialogo interreligioso e non soltanto verso le chiese cristiane. Il punto che emerge oggi non è però solo quello del nuovo attacco dell’Isis alle altre religioni, in particolare a quella cristiana. L’orrore delle due stragi concomitanti rimanda alla radice della guerra proclamata dal cosiddetto stato islamico e al comportamento che tutto il mondo civile deve assumere.

Dopo la strage di Parigi l’Avanti ebbe modo di sottolineare, in dissenso dal comportamento del governo, che anche l’Italia doveva sentirsi in guerra. E’ vero che in Italia, in Grecia e in Spagna, l’attacco dell’Isis non ha consumato vittime. E dunque un atteggiamento prudente, fatto anche di singolari bonus culturali per i diciottenni (“Ogni euro speso in armi sarà speso in cultura”, proclamò l’ex presidente Renzi), può avere influito sull’esenzione da terrorismo, un po’ sulla scorta degli effetti del cosiddetto lodo Moro degli anni settanta. Resta il fatto che un attacco alla cristianità, lo dico io che come Prampolini mi sento cristiano ma non credente, é anche un attacco alla nostra civiltà. Lo sarebbe se fosse stato compiuto all’incontrario. Ma siccome oggi, e non solo da oggi, sono i cristiani al centro del barbaro attacco, vale la pena, come ai tempi di Charlie Ebdo, di parafrasare”: “Je suis chrétien”. La nostra civiltà laica e tollerante deve reagire a questa barbarie. E le giravolte di Trump le fermi chi può. Il nostro nemico è l’Isis. Dev’essere chiaro anche a chi continua a non capire, a non sentire, a non parlare e a bombardare di qua e e di là…