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Il Psi e le elezioni

Non ha torto Napolitano a richiamare quelli della Quadruplice alleanza al senso di responsabilità. Votare anticipatamente presuppone un motivo. Soprattutto da parte di chi avrebbe il compito di governare il paese fino al termine della legislatura. Vedremo come si svilupperà la crisi, e soprattutto cosa deciderà il presidente della Repubblica. A me pare che l’anticipazione di quattro o cinque mesi, in una sorta di chiamata alle armi sotto il solleone del generale agosto, solo per evitare la presentazione della legge di stabilita, sia argomento inconsistente e anzi piuttosto pernicioso. Ma quel che pensiamo noi (e certo dovremmo esplicitarlo) non sposta granché.

Quel che conta, al di là della data del voto, é adesso la discussione e l’approvazione della legge elettorale e poi le possibili alleanze. Sulla legge elettorale ho scritto diversi articoli e il Psi ha presentato i suoi emendamenti. Vediamoli. Innanzitutto si é sottolineato l’incostituzionalità di uno sbarramento nazionale al Senato, che l’articolo 57 della Costituzione prevede “su base regionale”. Non penso che i giuristi dei Quattro ancora non l’abbiano compreso. Poi, il Psi ha mantenuto il vincolo del 3 per cento come soglia di sbarramento elettorale (nazionale per la Camera e regionale per il Senato). Difficile che venga approvato contro il fuoco congiunto dei Quattro. Aggiungo le mie perplessità sul voto unico.

Non credo che sia logico che il voto su un nome nel collegio venga automaticamente trasferito su una lista al proporzionale. Tanto meno l’aggiustamento successivo mi pare convincente. Le liste che superano il 5 per cento, qualora non abbiano candidati vincenti nell’uninominale, anziché eleggere i vincenti sul proporzionale, eleggono i migliori perdenti nell’uninominale. Che roba é? Passiamo dall’idea originaria di non eleggere i vincenti a quella di far vincere i perdenti. Il tutto per evitare il voto disgiunto. Piuttosto, perché non attingere dal modello tedesco il recupero delle liste che hanno ottenuto almeno tre eletti nei collegi uninominali?

E veniamo al nodo alleanze. Parliamo di noi. Non credo sia superabile lo scoglio del 5 per cento. Il nostro non é il sistema tedesco (non si può prescindere dal doppio voto, dal sistema di selezione dei candidati previsto dalla legge in Germania che non rende i segretari dei partiti monarchi assoluti). Per di più non esistono nel nostro ordinamento il cancellierato e la conseguente sfiducia costruttiva, che sarebbero riforme costituzionali da approvare dopo il voto, questo dovrebbero proporre i socialisti. Così tramontano le due ipotesi su cui il Psi stava riflettendo: l’idea di creare un polo laico-socialista-ambientalista e la eventuale alleanza con un centro popolare. Le due nuove ipotesi sono oggi racchiuse in una eventuale presentazione di una lista Pisapia e nell’accordo col Pd renziano. .

Una lista Pisapa può essere per noi un rifugio accettabile se non presuppone l’inserimento dell’intera coalizione di sinistra, che va da Sinistra italiana, da sempre all’opposizione, a Dp, da sempre al governo. Un caravanserraglio di suggestioni e di posizioni politiche unite solo dal rancore verso il Pd renziano. Difficile, anzi impossibile, immaginare un ingresso nostro, siamo stati parte del governo del Paese, con chi ha contestato e osteggiato tutti i provvedimenti governativi. L’altro fronte, quello a noi più politicamente congeniale, è quello di un accordo col Pd. Ma se noi rifacessimo esattamente la stessa scelta del 2013 dovremmo motivarla solo con argomenti di opportunità elettorale. Penso invece che potremmo da subito tentare un’intesa con radicali e verdi riformisti e poi insieme proporre un accordo al Pd, magari presentando accorgimenti nel simbolo elettorale come già avvenuto alle europee. Questo ci consentirebbe non solo di eleggere parlamentari, ma di presentare un progetto politico, da sviluppare dopo le elezioni. Non sarebbe, questa, solo un’intesa elettorale, ma una prospettiva d’avvenire..Ci sarà questa possibilità? Avanziamola, intanto.