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Matteotti 93 anni dopo

11 Giugno 2017 843 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Son trascorsi 93 anni da quella calda giornata romana del 1924, quando il segretario nazionale del Psu, il partito dei socialisti riformisti espulsi dal Psi nell’ottobre del 1922 su ordine di Mosca, venne rapito, accoltellato e ucciso in corso Arnaldo da Brescia sul longotevere romano. Matteotti era reduce da un intervento coraggioso alla Camera che intendeva denunciare le irregolarità e i soprusi avvenuti durante le elezioni del maggio 1924, delle quali aveva chiesto l’invalidazione. Ma Matteotti era anche in procinto di denunciare le illecite responsabilità del regime, compresa la monarchia, nell’assegnazione alla società inglese Sanclair del monopolio delle escavazioni petrolifere nel nostro paese. I due motivi del delitto si accavallano oggi e si dividono i sostenitori del precipuo omicidio per ragioni squisitamente politiche e di coloro che sostengono ill motivo di carattere morale. Mia opinione é che entrambe abbiano influito e che la denuncia della corruzione costituisca non già un’attenuazione, ma un moltiplicatore del suo eroico comportamento. D’altronde la spasmodica ricerca e poi sparizione della sua borsa che evidentemente conteneva documenti compromettenti (per il governo o per la monarchia o per entrambi) induce a ritenere che il caso Sinclair non sia affatto estraneo alle ragioni del delitto. Un delitto che fece traballare il fascismo, contestato dai partiti democratici e dai comunisti, che abbandonarono la Camera per ritrovarsi, come si disse, “sull’Aventino”. I comunisti ruppero il fronte antifascista rientrando poi a Montecitorio, mentre gli altri non seppero andare oltre una fumosa verbosità. Di Matteotti sono ancora vivi non solo il suo temerario coraggio e la sua fede democratica, ma anche la sua vocazione riformista, che non accedeva alla rivoluzione come evento di un giorno sulla scia dell’infatuazione bolscevica che aveva diviso e illuso la sinistra italiana. Il suo socialismo, profondamente radicato col suo territorio, fatto di sindacati, cooperative, comuni, case del popolo, una rete pazientemente tessuta, é ancora vivo.

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