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Dal cappio al pugno

Mi sono imbattuto, nella mia esperienza parlamentare, in due tipologie diverse di leghisti. Quelli della prima ora, i celoduristi, personaggi da bar dello sport, grezzi come li ha descritti (forse un po’ meno) il film Sky sul 1993. Erano i leghisti del cappio di Orsenigo, i barbari alla conquista dell’Impero romano. Poi dal 2006 al 2008 ho incontrato un genere diverso di seguaci di Bossi. Giovani, laureati, incravattati, con congiuntivo facile, erano usciti da oltre un decennio di esperienze amministrative e da alcuni anni di governo del Paese. Avevano più che del barbaro il profilo del manager di stato. Oggi con Salvini l’aspetto primitivo della Lega é risorto. Dal cappio si è arrivati al pugno. E alla sceneggiata a mo’ di cartelli contro lo ius soli. Salvini si é lamentato perché i suoi senatori sarebbero stati picchiati dai commessi, commettendo due strafalcioni in salsa leghista. Primo, perché non si può fare del vittimismo da parte dei guerrieri di Alberto da Giussano. Secondo perché doveva informarsi meglio sulla vocazione dei commessi. Sono gli unici che quando menano un parlamentare non rischiano una denuncia. Anzi lo fanno di mestiere…