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Renzi, Franceschini, le mezze stagioni e i mezzi governi

10 Luglio 2017 724 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Che scoperta. Renzi privilegia le cose da fare, Franceschini pensa alle alleanze. Devono ancora capire che le une e le altre non sono antitetiche? Nel gergo di un tempo si sarebbe detto: pensiamo a un programma, poi costruiamo il consenso degli alleati. Su un punto Renzi ha certamente ragione. Dirlo è come affermare che non esistono più le mezze stagioni. In verità i propositi dei due sono diversi e perfino antitetici. Renzi pensa al Pd, o meglio a una lista aperta con marchio del Pd, come a un soggetto che possa raggiungere il massimo risultato possibile, il più lontano dal dato di Bersani del 2013 e cioè il 25 per cento. Solo così Renzi potrebbe resistere alla guida del partito. Dunque il segretario del Pd non cede all’idea di reintrodurre il premio di coalizione al posto di quello di lista.

Del governo si parlerà dopo. Ma se la lista promossa dal Pd arrivasse prima é evidente che il mandato di formare il governo dovrebbe innanzitutto spettare a un suo esponente: Renzi o chi per lui. Su questo punto intervengono le opposizioni interne e soprattutto Orlando, il quale ritiene che questa strategia porterebbe diritto a un’intesa con Berlusconi. L’ex ministro Damiano annuncia, in questo caso, la necessità di indire un congresso straordinario sul tema. Quel che non si capisce è l’oggetto del contendere. Ben difficilmente l’intesa con Pisapia (e altri) porterebbe a superare il 40 per cento e oggi neppure l’intesa Pd-Forza Italia avrebbe i numeri sufficienti. Dunque di cosa stanno parlando? Su cosa si stanno dividendo? Sulle mezze stagioni, sui mezzi governi?

L’idea di Franceschini contempla un Pd ridotto a semplice interlocutore di altri soggetti politici. Un ragno con una ragnatela. Ha ragione Dario il ferrarese quando cita la Dc e il suo storico rispetto per gli alleati. Certo De Gasperi non trattò mai Saragat come Renzi ha trattato Alfano. E quando parla di coalizione, a differenza di Orlando, Franceschini guarda anche o solo al centro, innanzitutto ad Alternativa popolare, a noi, a quel che resta di Scelta civica ed eventualmente tenta di spaccare il fronte collocato alla sinistra del Pd mostrando la scure del voto utile. Renzi lo sa e preferisce l’isolamento. Meglio perdere da soli che in compagnia, sembra confessare agli amici, visto che né la coalizione con Pisapia né quella con Alfano supereranno la soglia per ottenere il premio. Agli amici? Quali però? Consiglierei il segretario del Pd di guardarsi anche nel suo cerchio magico che magico non é mai stato. Da Bruto in avanti il tentativo di uccidere il capo é opera dei più fidati. Mi sembra di aver udito tante volte quel “Tu quoque..,” e non solo alle Idi di marzo di quel 44 avanti Cristo…

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