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Una legge socialista per l’equità sociale (possibile)

Nauseato da questa rincorsa su chi é arrivato primo a tagliare i vitalizi (caro Richetti rassegnati, la tua legge, semmai verrà approvata dal Senato, verrà dichiarata incostituzionale) ho proposto al segretario del Psi Nencini di presentare una legge costituzionale sul taglio delle pensioni superiori ai 3mila euro al fine di creare un fondo per il sostegno alle pensioni minime e alla disoccupazione giovanile. Ai Richetti importa un tubo che la legge presentata vada a buon fine. Hanno perfino calcolato i tempi. La Camera ha approvato in luglio, il Senato la discuterà entro novembre-dicembre. Se mai la dovesse bocciare ecco Renzi rilanciare sulle colpe di chi ha voluto mantenere in vita il Senato, se la dovesse approvare il taglio sarà uno degli argomenti da agitare in campagna elettorale. Tanto la sentenza (di annullamento) della Corte arriverà dopo.

La Corte costituzionale ha elaborato alcune condizioni che rendono legittime le norme con efficacia retroattiva. La prima deriva dal rispetto dell’articolo 53 della Carta che pone il principio dell’universalità del provvedimento. Cioè un sacrificio va rapportato a tutti i cittadini in base alla loro capacità contributiva. Il secondo é che l’eventuale taglio “non sia permanente”, ma debba avere durata breve e prefissata. Il terzo é che sia “ragionevole”. Più complicato risolvere la quarta condizione. E cioè che si agisca su un fatto non compiuto ma ancora in essere, come il diritto alla pensione maturato, ma non ancora percepito. Sui primi tre punti un prelievo di solidarietà di tutte le pensioni superiori ai 3mila euro, che sia universale, transitorio e ragionevole, mi pare corretto. Sul quarto la Corte valuterebbe.

Un contributo di solidarietà potrebbe consentire un trasferimento di risorse ben più cospicuo di un semplice taglio dei vitalizi, che verrebbero anch’essi tagliati, ma col criterio della progressività e non con la scure di Richetti che lascia intatti i vitalizi superiori ai 5mila euro. Soprattutto sarebbe un’operazione di riequilibrio, consentendo di finalizzare i risparmi a un’azione di equità sociale e non al nulla dove portano i piccoli risparmi della legge sui vitalizi. Certo una legge socialista con questo impianto andrebbe studiata e approfondita da tecnici e costituzionalisti. Le improvvisazioni non servono e sono anzi negative perché finiscono per creare aspettative che non si riesce a soddisfare. Tuttavia i socialisti non possono solo contestare l’obbrobrio e l’inganno della legge del deputato sassolese. Devono proporre una soluzione diversa ispirata a quei criteri di equità sociale che sono parte della loro storia.