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E se la Bonino…

Sono anni che batto sul ferro. Poco sentito in taluni settori del mio stesso partito. L’ho fatto attraverso il documento appello ai radicali e ai socialisti firmato assieme a Giovanni Negri, poi seguendo i primi vagiti della nuova associazione Marianna, e infine prendendo contatto coi verdi Boato e Bonelli. Poi, anch’io, tra sbarramenti elettorali e drastiche rotture in casa radicale, ho allentato la presa. Riprendo a parlarne dopo l’appello de Il Foglio di quest’oggi a firma di Adriano Sofri.

Si chiedono in tanti, osserva Sofri: “Ma in Italia non abbiamo uno anche anziano come Bernie Sanders o Jeremy Corbyn che sappia parlare al cuore e alla ragione delle persone, e specialmente ai giovani? Be’, ne abbiamo una. E’ Emma Bonino. La differenza non sta nel fatto che lei è donna e loro no. Sta nei partiti cui sono associati: i Democratici americani, i Laburisti britannici. Emma, Radicali italiani (senza l’articolo, e senza il Partito Radicale, che ha tramutato una vicenda umanissima in una rottura teologica, e avrebbero ancora tutto il tempo e le ragioni per tornarci su, gli uni e gli altri).

Questa differenza fa di Emma l’invitata d’onore di una quantità di adunanze, cui dice le sue cose, essenzialmente su Europa e migranti, cioè sull’essenziale, senza lisciare il pelo all’uditorio di turno, e dopo averla applaudita le varie adunanze passano imperturbate all’ordine del giorno. I rivali di Emma vedono in questo una smania personale di riconoscimento istituzionale. I suoi ospiti temono di vedersi occupare il loro arruffato nido di cuculo. E’ probabile che sia andata così, per questa vita. Era solo per rispondere alla domanda: ma in Italia c’è uno, piuttosto anziano, eccetera?”.

Come non essere d’accordo. Vado più in là. E’ possibile costruire attorno a Emma un polo, un soggetto, una coalizione, una semplice lista che tra qualche mese si presenti per raggiungere una percentuale accettabile alle ormai imminenti elezioni politiche? I sondaggisti, i partitisti, i ragionieri della politica facciano pure i loro conti sbagliati. Non si tratterebbe di sommare debolezze, cioé di incollare partiti, movimenti, candidati di diversa estrazione. Si tratterebbe della possibilità di investire su un leader e valutare la sua capacità di trascinamento. Siamo sicuri che in una fase in cui, alla stregua del vecchio Diogene, si cerca l’uomo o la donna, giocare la carta Bonino non possa produrre effetti deflagranti? Con quale legge elettorale? Posso rispondere con tutte?