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Commemorando Farri: una proposta

Dinnanzi alla tomba di Umberto Farri ho voluto ricordare ai presenti le tante iniziative che nei tanti mesi di agosto abbiamo promosso per ricordarlo. Ho voluto dare atto al Comune di Casalgrande del suo opportuno e doveroso omaggio al vecchio sindaco socialista, avanzando anche una proposta. Casalgrande si faccia promotore di una giornata di studio e di divulgazione su Umberto Farri che di questo comune fu sindaco in due occasioni, prima e dopo il fascismo.

E magari riprenda il significato di quella grande assemblea promossa dal Psi nel 1991 proprio nella sala consigliare del comune ceramico, presieduta da Giuseppe Amadei e aperta da una mia lunga relazione, allora assai criticata e perfino condannata. Oggi é tempo di revisionismi. Si riconosca che quel che facemmo era giusto storicamente, politicamente, umamamente. Farri non morì di polmonite ma fu colpito da due sicari coperti da un fazzoletto rosso, nella sua casa, mentre stava festeggiando il ritorno del figlio, prigioniero in India. Gli spararono brutalmente, mentre un terzo era intento a fare da palo. Farri era un antifascista, presidente del Cln di Casalgrande, era un socialista autonomista come Alberto Simonini. Dei tanti delitti commessi nel dopoguerra reggiano quello di Farri, colpito il 26 agosto del 1946 e morto il giorno dopo all’ospedale di Reggio Emilia, é il solo senza condanne, senza colpevoli, senza esecutori né mandanti. Il solo avvolto da 71 anni in un velo di colpevole e omertoso silenzio che a distanza di cosi tanto tempo é destinato a divenire eterno.