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Da il Resto del Carlino. Palasport: scelto il progetto peggiore

12 Settembre 2017 2.836 views One CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Capisco che qualcuno possa pensare. Adesso Del Bue, che era assessore allo sport, si mette a parlare degli affari suoi. Il problema é che la questione del progetto del palasport non era affar mio, ma della città. Lo spiego bene. Quando si pensava che fosse volontà della Pallacanestro Reggiana impegnarsi per allargare il pala di via Guasco il Comune mise a disposizione della società di Landi l’immobile attiguo, ex Omni, più un milione e mezzo, più la gestione trentennale dell’impianto e ci si rivolse all’architetto Oliva che inventò di sana pianta la soluzione per portare il palasport a 5mila posti.

La soluzione fu adottata dopo che era caduta la proposta della società Aurora (Coopsette e Coopconsumatori) di offrire al Comune l’equivalente del costo di un nuovo pala da edificare a fianco dello stadio in cambio della variante per un mega Centro commerciale che non si fece. Non voglio fare polemiche e tralascio le ragioni, legittime, che hanno fatto naufragare la soluzione subordinata. Restiamo ai progetti. Quello che il Comune aveva sollecitato, in una prima fase si pensava a un intervento pubblico, ma poi il committente divenne la Pallacanestro Reggiana, aveva l’obiettivo di incartare quell’involucro datato e devastato dal tempo, in parte arrugginito, mettendolo in relazione con via Guasco e con l’area liberata da barriere dell’ex Omni, a sua volta riconvertita in casa biancorossa, dotata anche di spazi commerciali. Quando la nuova giunta, due anni orsono, decise di accollarsi interamente il costo dell’operazione, contrariamente a quanto avviene per tutte le altre società sportive reggiane che sborsano il 20 per cento degli investimenti per la ristrutturazione degli impianti da loro gestiti, venne bandita una gara, alla quale parteciparono un’azienda reggiana con il progetto di Oliva e una modenese con quello della Coop architetti. Vinse a sorpresa quest’ultima e si disse anche per motivi economici. In realtà le differenze dei piani finanziari erano minime. Lo sconto era invece assai diverso (ma un intervento in centro-storico può essere valutato solo in base allo sconto sul prezzo stabilito?). La cosa che mi ha destato stupore e anche scalpore é che anche esteticamente, cioè sulla qualità dell’opera, il progetto della Coop architetti, poi realizzato, ha ottenuto una valutazione più alta. Invito i lettori a un paragone obiettivo. E non si dica che il giudizio estetico é soggettivo, come mi sono sentito dire. Non c’e niente di più oggettivo del bello e del brutto. Per chi vuol vedere e per chi ha competenze per capire. Michelangelo é oggettivamente migliore di Gerra. O no? O qualcuno può soggettivamente sostenere il contrario? Adesso che il primo stralcio é ultimato, poi verranno messe in atto le successive opere del secondo (ammesso che si realizzi), emergono i seguenti elementi oggettivamente negativi: due scale (in realtà sono quattro, ma le due di via dei Servi le lascio stare) in legno e ferro piantate in bella vista in via Guasco, che saltano agli occhi già da piazza Gioberti e da viale Timavo. Esteticamente insopportabili e che fanno a pugni con un minimo di qualità di arredo urbano. Poi la coperta in metallo dei vetri esterni, che fanno presagire l’intera e successiva copertura in metallo di tutto il palasport. Era proprio necessario? Il palaferro o il palatubi? Spero solo non restino le due superscale a chiocciola che costeggiano il retro della Basilica della Ghiara, erette in ferro marcio da un gruppo di tecnici comunali piuttosto rozzi a metà degli anni ottanta. Un insulto a Reggio Emilia. Infine l’inscatolamento del palasport, con quelle due pretuberanze esterne che fuoriescono senza ritegno da via Gramsci e da via dei Servi in netto contrasto con lo stile, datato, dell’impianto. E all’interno un palo in mezzo alle due nuove tribune che impedisce la visuale al pubblico. Che sensazione di pesante follia… Mi fermo qui perché potrei tracimare. Ma non capisco ancora la ragione, ci dev’essere ma mi sfugge, che ha spinto la commissione, composta da tre saggi (mica tanto), a scegliere la soluzione peggiore preferendola a quella migliore per la qualità del nostro centro-storico. Oggettivamente e non soggettivamente…

One Comment »

  • Mariotto da reggio said:

    Sono d’accordo con quello che hai scritto. Mai ai nostri ineffabili amministratori non gliene po’ frega’ de meno -anche se scritto in romanesco macheronico-, questo sì “oggettivamente” parlando.

    Mariotto da Reggio

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