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Adesso, dopo 25 anni, tutti contro la magistratura

Garantisti a 180 gradi 25 anni dopo. Si accorgono tutti della magistratura politicizzata solo adesso. Berlusconi da un po’, Di Pietro solo in questi giorni e si autocensura, il Pd con Orfini grida al colpo di stato, Zanda evoca il complotto, l’ex sindaco Pd di Venezia Orsoni esplode contro la nuova Inquisizione, Salvini mette in guardia sulla mancanza di democrazia, Bossi richiama addirittura il fascismo. E io sorrido con molta amarezza… Oggi sono proprio scomparsi i giustizialisti, tanto che perfino il magistrato più garantista, e cioè Nordio, sembra il più moderato. Tutti si ribellano alla magistratura perché sono toccati loro. Dunque il garantismo diventa autogarantismo. Come quello di De Magistris, colpito in un breve periodo dalla legge Severino, che per gli altri intendeva applicare alla lettera e per lui invece no, inventandosi le discutibili funzioni di sindaco di strada.

Il pm di Napoli Henry John Woodcock é indagato per falso, in concorso con l’ ex capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, nell’ambito della vicenda Consip. Sarebbe stato proprio l’ufficiale del Noe – secondo quando scrivono oggi Il Corriere della Sera, il Messaggero e il Mattino – a dire ai pm di Roma di essere stato indotto dal magistrato a scrivere in una informativa che i servizi segreti avrebbero spiato i carabinieri che stavano indagando sull’imprenditore Alfredo Romeo. Da lì naturalmente arrivando cosi al presidente del Consiglio che cercavano in ogni modo di coinvolgere anche attraverso i rapporti tra lo stesso Romeo e papà Renzi. La dottoressa Lucia Musti, procuratore a Modena, in un’audizione al Csm, ha parlato di Scafarto e del capitano Ultimo come di “due esagitati”, ossessionati di arrivare al presidente del Consiglio, un po’ come Di Pietro a Craxi. Ma questo Woodcock quante indagini e chiamate di correo ha messo in campo, quante celebrità politiche e dello spettacolo ha coinvolto, con scarsi o nulli risultati? Eppure é ancora al suo posto. Colpo di stato o colpo di memoria? Ha ragione Renzi a dichiarare testualmente: “La politica è stata subalterna alla magistratura”. Noi ce n’eravamo accorti.

Salvini si lamenta, a mio giudizio con qualche ragione, della decisione del magistrato che gli ha, per ora, confiscato tutti i soldi che la Lega aveva in cassa. In una conferenza stampa il vertice leghista ha parlato di affronto alla democrazia, soprattutto in una fase pre elettorale come questa. Un attacco senza precedenti alla magistratura, a seguito di una vicenda assai delicata che ha coinvolto lo spregiudicato tesoriere Belsito e la famiglia Bossi. Credo sia la prima volta. D’altronde Salvini ritiene che la vicenda riguardi solo le persone coinvolte e non la sua Lega, che con quella di Bossi ha decisamente rotto. Ma Bossi alza i toni e, difendendo se stesso e il partito di allora, paragona i magistrati di oggi ai fascisti di ieri che scioglievano i partiti politici. Ricordo quando la Lega, negli anni novanta, era sempre stata schierata da una parte sola della barricata. Cioè da quella dei magistrati a qualsiasi costo, sfilando con loro col buon Formentini.

Di Berlusconi non parlo. Coi magistrati ha un conto aperto dal vertice di Napoli del 1994. Credo abbia speso più in avvocati che per dieci campagne elettorali. Attende che la Corte europea dei diritti umani risponda al suo ricorso relativo alla disposizione sulla sua ineleggibilità. Parlo del buon Mastella, assolto dopo nove anni assieme alla moglie, per vicende relative alle nomine nelle Usl della Campania, che fanno ridere chi ha fatto politica e che invece hanno fatto piangere, oltre ai due interessati, anche il governo Prodi e influito sulla fine di una legislatura. Mastella é stato assolto con formula piena, ma ha subito danni politici e morali. Chi glieli ripagherà? Mi fermo qui e potrei continuare con una dichiarazione di Piero Fassino, pubblicata sulla stampa di oggi con la quale egli accenna al possibile ritorno ad una “triste fase della nostra democrazia”. Se si riferisce, come mi pare, a quella di Tangetopoli e alla magistratocrazia, anche per lui vale l’accenno al nuovo revisionismo. Allora neppure il buon Piero spendeva parole per criticare le azioni e le ambizioni del Pool di Milano. Ma ormai son trascorsi 25 anni e bisogna perdonare tutti…. Mal che vada li aspetteremo tutti con noi all’Inferno.