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Perché é necessaria la nostra lista

Passato il Rosatellum possiamo discutere a bocce ferme. Un terzo di parlamentari sarà eletto in collegi uninominali, due terzi col proporzionale e liste bloccate. Il tutto con voto unico. Se voto una lista sul proporzionale automaticamente il mio voto è trasferito sul candidato nell’uninominale. Se voto il candidato dell’uninominale il mio voto viene trasferito automaticamente alle liste collegate sul proporzionale in modo proporzionale alle percentuali ottenute nel collegio. Lo sbarramento per le liste sul proporzionale è al tre per cento, ma i voti alle liste che ottengono più dell’1 per cento vengono ugualmente ripartiti tra le altre liste collegate. Lo sbarramento e la ripartizione dei seggi al Senato sono costituzionalmente fissati su base regionale.

Alla luce di tutto questo è evidente che noi dobbiamo puntare alla presentazione di una lista sul proporzionale che ho già definito “competitiva, ma non alternativa al Pd”. Penso che questo, oltre all’esigenza di marcare una nostra autonomia e identità, dipenda oltre tutto da tre motivi concreti. Il primo é quello di concorrere a presentare alcuni candidati nell’uninominale che saranno suddivisi tra le forze presenti sul proporzionale. Il secondo è quello di puntare al raggiungimento del tre per cento che consentirebbe il riparto del tre per cento dei due terzi di parlamentari. Il terzo è quello, a mio avviso avvertito anche dal Pd, di comporre un’alleanza che non sia segnata solo dall’apporto della lista di Alfano. Ne aggiungerei un quarto e cioè l’assoluta mancanza di convenienza a inserire qualche candidato nella lista del Pd, dato che questo partito perderà i benefici del premio di maggioranza alla Camera, che significa un centinaio di deputati almeno, e che gli spazi al suo interno saranno assai ridotti, per non dire nulli.

Domani sarò alla Convention dei radicali e di Emma Bonino. Emma pare per ora recalcitrante a presentarsi alle elezioni nonostante le sollecitazioni dei suoi e di molti altri. Vedremo. Che nel centro-sinistra in molti auspichino la presentazione di una lista che vada dalla Bonino a Pisapia è evidente. E parlo anche di autorevoli personalità politiche non legate né al mondo radicale né a quello socialista. Se nella coalizione c’è posto per una lista di centro come quella di Alfano più Casini, Verdini, vari ed eventuali, c’è uno spazio notevole per la lista che ancora non c’è. Cioè quella laico-socialista, che può anche essere oggi definita riformista, per la presenza anche di cattolici. Tra adesso e le elezioni ci saranno le consultazioni siciliane e dopo lo smacco della nomina di Visco Renzi rischia, se i sondaggi saranno confermati dalle urne, un’altra sconfitta che potrebbe determinare dentro il partito una bagarre dagli esiti imprevedibili. Per ora penso che occorra concentrarsi su un percorso logico. Se ci saranno tra quindici giorni novità oggi impensabili, ne prenderemo atto, senza cambiare linea, almeno noi.