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Le brioches

Emma Bonino ha risposto alla manifesta disponibilità del Pd all’aiutino nella raccolta delle firme parafrasando la regina di Francia en attendant la guillotine: “Se non avete pane vi offriamo brioches”. Temo che alla fine i nostri amici radicali uniti nella lista Bonino, e cosi aspramente contestati dai pannelliani del Partito transnazionale, finiranno per accettare le brioches e le chiameranno pane. Nencini e Bonelli, a nome della lista Insieme, hanno proposto alla Bonino e ai suoi di associarsi a loro nella loro lista che unisce socialisti, verdi e civici, ma per ora la risposta è stata il silenzio che in politica non equivale ad assenso. La posizione della Bonino, che ha approfittato della questione firme per una notevole pubblicizzazione della sua lista sui mass media, é stata sempre, nel corso delle ultime settimane, di silenzio-diniego.

Nessuno ha mai capito il motivo di un mancato accordo coi socialisti e coi verdi. Mai é stato aperto un tavolo programmatico, mai si é parlato di candidature sul proporzionale, mai di trattative per l’uninominale. Tutto é tutt’ora avvolto nel mistero. Un mistero inquadrato in un’originale chiusura a riccio verso qualsiasi compagno di strada. Eppure nella tradizionale impostazione radicale sia i socialisti (vedasi l’esperienza della Rosa nel pugno), sia i Verdi (raccomandiamo un eloquente appello di Marco Pannella che andava nella direzione di un’alleanza con entrambi) costituivano quell’area laica e ambientalista che é sempre stata nelle corde dei compagni radicali. Oggi tutto é cambiato. La morte di Marco Pannella ha dato origine a una divisione profonda, anzi a una vera spaccatura, di una violenza inusitata, tra i fedeli al messaggio pannellliano e i nuovi adepti di Emma Bonino, tra i quali emerge il bravissimo Benedetto Della Vedova, già deputato di Forza Italia, poi del nuovo partito di Fini, infine di Scelta civica, attuale sottosegretario del governo Gentiloni e fondatore di Forza Europa.

Quel che trovo contraddittorio nel messaggio odierno della Bonino é costituito, da un lato, dalla volontà di andare sola, dunque slegata da qualsiasi alleanza, e dall’altro dalla esplicita ammissione di non avere candidati da proporre sull’uninominale. A parte il fatto che la solitudine non esenta dalla raccolta delle firme, a maggior ragione impone di presentare candidati non solo sul proporzionale ma anche sull’uninominale. Se le cose stanno come dice la Bonino, e cioè se la sua lista si trova in difficoltà, anzi nell’impossibilità di raccogliere le firme, e se mai raggiungesse il quorum sarebbe alle prese con l’estrema penuria di candidati, la vera alternativa alle brioches sarà il suicidio assistito. D’altronde è stata recentemente approvata una legge al riguardo. Ecco perché ritengo che alla fine piuttosto della morte per fame si accetteranno le brioches, magari poco zuccherate e parecchio infarinate…