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Il day after di Prodi

La notizia del giorno, parlo di sabato 17, è stata indubbiamente la dichiarazione di voto (e di esplicito sostegno) di Romano Prodi alla lista Insieme. Non erano in tanti, anche all’interno della coalizione tra socialisti, verdi e civici, ad aspettarsela così esplicita. Il suo appoggio a Gentiloni era abbastanza scontato. D’altronde c’é qualcuno che nel centro sinistra ipotizza un’altra candidatura? Più complicato era prevedere un appoggio dichiarato alla lista che pur conta della presenza di prodiani storici come Giulio Santagata. Prodi si é esposto prima annunciando che riprendeva la parola dopo nove anni in un’assemblea politica, quella di Insieme appunto. E la scelta di intervenire in quell’assemblea e non in altre, non poteva essere casuale.

Poi nel dichiarare pubblicamente il suo sostegno al centro-sinistra come coalizione, ma in particolare alla lista Insieme. Non a caso però, ma con la motivazione che Insieme aggrega tre riformismi, quello socialista, quello ambientalista e quello cattolico, che erano stati alla base della formazione del suo Ulivo. Se si pensa che l’Ulivo prodiano é stato l’unico soggetto di centro-sinistra vincente negli ultimi ventiquattro anni allora il carico che si desume dal paragone è molto pesante, ma anche gratificante perché significativamente ambizioso. C’è dunque nel centro-sinistra uno spazio nuovo per un nuovo soggetto riformista che punti a competere col Pd sul piano ideale, programmatico e politico.

Come aveva del resto preannunciato Angelo Bonelli nel suo furente attacco ai mezzi d’informazione che avevano oscurato la lista Insieme contrariamente a quello che è capitato ad altre, alcuni giornali hanno omesso l’endorsement prodiano. Il quotidiano nazionale, ad esempio, richiama in prima pagina la non notizia, cioè lo scontato appoggio di Prodi a Gentiloni, e in settima per trovare un accenno alla lista Insieme bisogna mettersi gli occhiali e passare alla metà della terza colonna. Vedremo se nei talk show televisivi verrà ripresa la notizia e chi verrà invitato ad illustrarla. Ho l’impressione che Bonelli avesse ragione anche quando ha richiamato a tutti l’assenza di un uomo come Marco Pannella che, a differenza di altri suoi prestigiosi successori, faceva una battaglia per il diritto di tutti all’informazione televisiva.