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A Bologna per discutere

La prima conferenza indetta dal segretario del Psi si svolge sabato 7 aprile a Bologna al Savoia Regency, via del Pilastro 3. E’ il primo momento di confronto coi dirigenti periferici e i militanti dopo le elezioni del 4 marzo, al vaglio di una discussione solo dal parte della segreteria coi segretari regionali. Si dovranno verificare alcune cose non di poco conto. La prima è la volontà comune di andare avanti nonostante il risultato elettorale particolarmente modesto della lista presentata assieme ai verdi e ai prodiani. Se marciare ancora con quella coalizione o in altro modo. Poi dovremmo affrontare il problema di come attrezzarci in vista delle prossime scadenze comunali e regionali che bussano alle porte. Se presentare liste di partito, se ripresentare Insieme, se dare vita a liste civiche o di coalizione.

Più in generale dovremo affrontare il tema del disastro a cui è andato incontro il centro-sinistra, di come gettare le fondamenta di un nuovo condominio dopo che quello vecchio è crollato. Evidente che è molto difficile, anzi impossibile, pensare al nostro monolocale se il codominio dove è situato non viene ricostruito. Dobbiamo interrogarci su cosa siamo noi, su come viviamo, su cosa dobbiamo difendere e dove orientare politicamente la nostra piccola comunità. Personalmente penso che noi siamo oggi una comunità composta di tre piani che non sono dipendenti l’uno dall’altro. Innanzitutto quello storico-editoriale, che dobbiamo preservare, anzi sviluppare ed esaltare, organizzato attraverso l’Avanti, Mondoperaio, la fondazione Il socialismo, l’archivio digitale dell’Avanti che verrà al più presto presentato, altre iniziative che possiamo mettere in cantiere.

Poi siamo anche una comunità di amministratori locali, che continuano ad esistere in buon numero su tutto il territorio, che vanno meglio coordinati e orientati. E siamo anche una comunità politica che cerca un orizzonte verso il quale incamminarsi. Magari il percorso politico potrebbe anch’esso essere composto di tre tappe. E non solo perché, come pensavano i latini, “omne trinum est perfectum”. La prima potrebbe coincidere con una sorta di costituente socialista aperta a tutti, anche simpatizzanti, critici, circoli che non vogliono rinunciare a un’identità. Si potrebbe anche prevedere una riforma del nostro statuto e consentire, sul modello radicale, la doppia tessera, per ampliare la nostra area di influenza. La seconda potrebbe essere la costituzione di una sorta di federazione coi verdi e i radicali pannelliani, coi quali già abbiamo registrato una sostanziale uniformità di vedute. La terza l’approdo a un nuovo soggetto riformista della sinistra italiana con nome nuovo, programma nuovo, e nuovo leader. Vedremo. Su una cosa dobbiamo essere chiari. I nostri due parlamentari dovranno misurarsi con un’opposizione senza sconti a un governo che faccia perno sul movimento Cinque stelle e la Lega. Una volta si pensava che il potere logorasse quelli che non ce l’avevano. Oggi è l’opposizione che logora quelli che non la fanno.