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Eran trecento…

Davvero tanti i militanti socialisti del centro-nord convenuti a Bologna per interrogarsi sul che fare, dopo i disastri elettorali. E’ bello registrare ancora e nonostante tutto tanta passione e volontà di segnare un punto e di discutere assieme. Quel che conta adesso è fare, non solo dire. E innanzitutto dar voce, se lo si condivide, all’appello lanciato da Ugo Intini sulla necessità di difendere la nostra democrazia in pericolo. Traduco così: chi ha vinto le elezioni, il Movimento Cinque stelle, più ancora della Lega, propone una visione nuova e assai discutibile, anzi pericolosa, della democrazia rivendicando il diritto a governare con solo il 32 per cento, assorbendo, con la Lega, il novanta per cento degli incarichi istituzionali, vaneggiando del superamento della democrazia rappresentativa con una suggestiva e labile democrazia diretta, sul modello dei social coi “mi piace e non mi piace” che assomiglia molto ai plebisciti del passato regime.

Per di più con un candidato presidente che sarebbe agli ordini di un comico-guru che a sua volta sarebbe sotto tutela di una società informatica privata che controlla e sovraintende a tutta la struttura del partito, e domani del governo, attraverso la piattaforma Rousseau. Un evidente e delittuoso conflitto d’interesse nei confronti del quale quello di Berlusconi impallidisce. Ai nostri due parlamentari l’ascia di guerra contro un governo simile e alla sinistra e alla destra democratiche un appello per evitarlo. Poi, solo poi, parliamo di noi. Della nostra volontà di ripartire da Bologna e poi da Napoli per tracciare il nostro nuovo percorso. Dopo Napoli si svolgerà un seminario di approfondimento aperto agli esterni, poi una convention, se avremo disponibilità, con tutti coloro che intendono aderire alla nostra comunità con nuove regole. Largo ai giovani, anche al nostro interno, dove il tema del rinnovamento deve essere posto all’ordine del giorno, come ha giustamente osservato il nostro Federico Parea.

Le regole verranno proposte ai nostri organi nazionali da Enzo Maraio, responsabile dell’organizzazione, e tra queste potrebbe figurare anche la possibilità della doppia tessera. Penso che debba restare valida l’idea di una successiva federazione con soggetti politici a noi tradizionalmente alleati, come i Verdi, i radicali pannelliani, settori vicini a Romano Prodi, componenti indipendenti del riformismo italiano. Sullo sfondo il tema della necessità di ricostruire dalle macerie il nuovo soggetto del riformismo italiano, capace di unire tutto il centro-sinistra, nel rispetto e valorizzazione di tutte le storie e le tendenze politiche, con un nuovo nome, un nuovo programma e un nuovo leader. Forse trecento moltiplicato per due son pochi per pretenderlo. Ma a richiamarne la necessità é la dura realtà delle cose.