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L’estremismo chic

C’è un nuovo fenomeno in Italia. Riscontro un estremismo irrazionale nelle persone che stanno bene, non hanno problemi economici, alcuni li so anche evasori fiscali. Il concetto che esprimono è che bisogna cambiare (nessuno dice come, ma per un riformista, semmai bisogna migliorare), che i governi di questi anni hanno peggiorato le cose. Ne sono convinti anche se in realtà non é così (tutti i dati Istat sul Pil, l’occupazione, l’export, la produttività e anche il fisco danno cifre in, misurato, miglioramento). Odiano la politica, parlano dei vitalizi come se fossero un grande problema, non comprendono che Di Maio e Salvini possono gettare tutti i pugni che vogliono sul tavolo ma in Europa non otterranno mai di più di Renzi, Gentiloni e Padoan.

Anzi, dati i rapporti tutt’altro che idilliaci coi governi della maggiori e più influenti nazioni europee, otterranno certo di meno. Non considerano che già il governo Gentiloni con Padoan ha ottenuto maggiore flessibilità potendo contare per l’anno in corso su 17 miliardi di investimenti esenti dal calcolo del rapporto deficit-pil. Non considerano il caso Tsipras, che aveva promesso duri cazzotti e poi ha dovuto accettare i compromessi al ribasso, inimicandosi Varoufakis, il solito puro più a sinistra della sinistra. Ce l’hanno con un presidente della Repubblica che ha fatto il suo dovere esercitando le prerogative che gli affida la Costituzione. Parlano di rispetto per il voto degli italiani, senza ricordare che gli elettori di Lega e Cinque stelle nemmeno s’immaginavano che i loro voti si sarebbero sommati dopo le elezioni.

Parlano di sovranità nazionale che certo è un bene supremo, ma va conciliata con i presupposti della globalizzazione e dell’Unione europea. C’è un’altra strada? L’altra strada è l’uscita dall’euro, il ritorno alla lira e magari anche l’uscita dalla Ue. Un orizzonte drammatico per il popolo italiano. Ecco il cambiamento possibile. Quello che si augurano, senza saperlo, i nuovi estremisti chic, favoriti da un’informazione settaria, qualunquista, sfascista. Quella dei Giletti, dei Belpietro, dei Giordano e di un Cruciani che si permette in tivù di attaccare il presidente della Repubblica accusandolo di aver fatto “una porcata”. Che vergogna l’informazione urlata, minacciosa, volgare. Che ruolo fondamentale ha avuto, coi vari Travaglio e anche Floris, nel determinare l’opinione prevalente. Quella distruttiva….