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Quarant’anni fa Pertini presidente

8 Luglio 2018 590 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Sono trascorsi esattamente 40 anni e ricordo quell’evento ancora con grande emozione. Era in corso la Festa dell’Avanti a Reggio Emilia e come giovanissimo segretario avevo voluto un allestimento fondato sul garofano rosso che Craxi aveva lanciato al Congresso di Torino di qualche mese prima. Il comizio di Craxi era fissato per le 18 della domenica conclusiva. Erano in corso le votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica dopo le dimissioni di Leone. A Roma, dopo tentativi del Psi su Giolitti, che il Pci rifiutò perché proveniva dalle sue fila e ne era uscito a seguito dei fatti d’Ungheria, si trovò l’intesa con Dc e Pci sul nome di Sandro Pertini, il valoroso partigiano antifascista e dirigente socialista già dagli inizi degli anni venti. Iscritto al Psu di Turati (aveva combattuto durante la prima guerra mondiale meritando una medaglia d’argento) fu protagonista della fuga del leader socialista dall’Italia nel 1926. Degli arresti di Pertini durante il fascismo (fu in Francia condannato al confino, fuggì, poi fu di nuovo incarcerato) del suo rifiuto di firmare la domanda di grazia (rimproverò sua madre per averla chiesta e la rifiutò) son pieni i libri di storia, come della sua evasione dal carcere di Regina Coeli dopo una condanna a morte da parte dei tedeschi assieme a Giuseppe Saragat, della sua generosa decisione, dopo la liberazione di Roma, di continuare la lotta al Nord ove fu nella presidenza del Clnai. Saragat definì eroico il suo comportamento. Pertini fu segretario del Psiup, il partito nato dall’unione del Psi e del Mup di Lelio Basso, per un breve periodo e divenne poi anche direttore dell’Avanti. Contestò con Ignazio Silone la politica fusionista già al primo Consiglio nazionale del dopoguerra. Al congresso di Firenze della primavera del 1946 fu con Silone e Saragat in maggioranza. Fu eletto all’Assemblea costituente, nel 1948 divenne senatore, poi fu sempre deputato, eletto nella sua Liguria. Ma al congresso successivo, quello della scissione di Palazzo Barberini, rimase nel partito, pur contestando la linea frontista, che poi sostanzialmente accettò dopo la disfatta del 1948. Nel 1963 presentò una sua mozione unitaria, contraria sia alla linea autonomistica di Nenni, sia a quella filocomunista di Vecchietti e Valori. Dal 1968 al 1976 fu presidente della Camera. In quel caldo pomeriggio di luglio, dopo il suo insediamento, era una domenica, Bettino Craxi arrivò, stanchissimo, alla nostra festa e parlò dinnanzi a più di duemila socialisti giunti da ogni parte d’Italia. Cominciò il suo comizio cosi: “Ridendo e scherzando….”. Poi un sorriso. Avevamo un socialista del Psi, Sandro Pertini, alla presidenza della Repubblica. Era il primo grande successo del nuovo corso iniziato al Midas due anni prima.

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