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Il nuovo percorso del nostro Psi

La segreteria ha deciso di convocare il Consiglio nazionale per i primi di novembre e di svolgere il congresso, ordinariamente previsto nel 2020, prima delle elezioni europee, prevedibilmente nel mese di marzo. Riccardo Nencini ha ribadito la sua decisione di non ripresentare la sua candidatura alla segreteria del partito, aggiungendo che dieci anni rappresentano un ciclo che si deve chiudere. Credo sia giusto riconoscere a Riccardo una grande onestà intellettuale, una forte sensibilità umana e una giusta ambizione di contribuire anche col suo annunciato gesto a rinnovare la comunità socialista.

Sul piano politico un congresso anticipato non si poteva svolgere che prima delle elezioni europee e prima del congresso del Pd. Le elezioni europee rappresentano un banco di prova decisivo per l’Europa, la sua vita e il suo destino. Le forze del socialismo europeo sono ancor oggi, in Portogallo, in Spagna, in Germania, in Svezia, in Norvegia, in Austria, altrove, più che mai in sella, con le difficoltà proprie del governo dei rispettivi paesi, proprio mentre il Pd, che vantava nella sua originalità la sua forza preminente rispetto a quelle tradizionali della socialdemocrazia europea, oggi riscontra anche nella sua anomalia la sua debolezza, la più grave se si eccettua quella del Partito socialista francese e greco. Dovremo decidere al congresso che fare. Una lista soli, con gli altri socialisti europei, con tutti gli europeisti?

Serve una riflessione e una proposta che possa servire all’insieme dell’opposizione italiana, mentre al governo del paese l’irresponsabilità, il pressapochismo, il dilettantismo rischiano di portarci nel baratro. Il Pd é un partito che non decide, che non produce novità, che non si muove. Attendere il Pd è come attendere Godot. Possiamo far diventare il nostro congresso, prima di quello non ancora convocato del Pd, una grande occasione per sviluppare idee che servano al rilancio nostro e dell’insieme di un’opposizione ancora ferma. Una tribuna da offrire all’insieme dei soggetti che contrastano il governo gialloverde.

E infine il rinnovamento. Il Psi deve vivere come comunità, poi vedremo se ci saranno condizioni per restare autonomi come partito o se aderire a un nuovo soggetto che ancora però non si intravvede. Ma la nostra comunità di resistenti coraggiosi che tengono accesa una luce su un passato che non ha eredi al di fuori di noi, che aderiscono senza riserve nel nome al mondo socialdemocratico europeo, che avanzano proposte per il presente e il futuro di carattere riformista ed europeista, questa comunità deve vivere sempre. Per questo é necessario anche un passaggio generazionale. Senza proclamare assurde rottamazioni. Gli uomini non sono auto da gettare nel macero e se hanno esperienza, intelligenza e cultura credo siano più che mai utili a una comunità di pensiero e di iniziativa politica. Ma serve dimostrare che ci sarà un dopo di noi. Che questa comunità saprà vivere negli anni costruendosi un futuro. E noi abbiamo il dovere di agevolare, sostenere e aiutare questo passaggio di testimone. E’ il momento di mettere da parte tutti i conflitti, di iscriversi al Psi, di partecipare a un congresso che dovrà essere di tipo nuovo, rivolgersi a una platea più vasta, chiamare tutti a fornire un contributo di idee senza vincoli e sbarramenti. Se non ora, quando, scusate, si può rimettere insieme la proclamata e supposta diaspora?