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Toninelli e il “me ne frego”

Il maxi gaffeur Toninelli, ministro delle Infrastrutture da non fare, quello che vedeva il tunnel del Brennero pieno di imprenditori che sfrecciano veloci con le loro merci, quello  che voleva il ponte di Genova con frutteti e ristoranti, quello che disse testualmente che il ponte sarebbe rinato “in pochi mesi, al massimo anni”, quello che ha fatto circolare un calcolo di suddivisione delle spese per il valico della Torino-Lione assolutamente favorevole all’Italia come se fosse un danno per noi (ma forse erano perfino sbagliate le percentuali), questo personaggio, rimproverato dalla moglie che gli dice: “Danilo, tu lavori troppo”, e che é diventato bersaglio preferito di Crozza, se n’é uscito con un’altra delle sue sulla Torino-Lione con l’esclamazione che ricorda il ventennio: “E chi se ne frega di andare a Lione?”. Conoscendo l’attenzione per la geografia dei suoi amici grillini, leggasi Di Maio, verrebbe voglia di spiegargli che Lione é città francese, che la ferrovia parte dal Portogallo e raggiunge Kiev, che é uno dei corridoi europei al pari della Rotterdam-Genova, che rientra nei trattati firmati dall’Italia. Ma a che servirebbe? Troppi nomi di città sconosciute, troppe nozioni complicate da apprendere. Ma se gli europei ci rispondessero con un “e chi se ne frega di Toninelli” sarebbe un affronto? O un grido di liberazione anche per gli italiani col cervello?