- L'Occhio Del Bue - http://www.locchiodelbue.it -

Il cuore immacolato di Maria

Salvini ne inventa una tutti i giorni e si é presentato al gran comizio di piazza del Duomo davanti (dicono i giornali) a ventimila persone e non ottantamila (come auspicavano gli organizzatori) con il rosario in mano. E alla fine del suo discorso ha invocato “il cuore immacolato di Maria che ci porterà alla vittoria”. Poi snocciolando i nomi dei santi dei paesi rappresentati dagli esponenti sovranisti sul palco ha concluso la kermesse. Una roba che mai era successa prima in un paese che dal 1946 al 1994 aveva dato la sua preferenza a un partito chiamato Democrazia cristiana.

Mai don Sturzo, De Gasperi, Moro, Fanfani, Zaccagnini, Forlani, De Mita avevano usato tali squallidi accorgimenti e scomodato la trascendenza per un evento così immanente e secondario (secondo la religione) come le elezioni. Solo nel 1948, quando era in gioco qualcosa di più di qualche sbarco dall’Africa, con quel “Ha dà venì Baffone”, che non era un’immagine trascendente, ma molto concreta, si scomodarono bambini e madonne pellegrine. Ma mai un esponente della Dc ha chiuso una manifestazione chiedendo alla Madonna di fargli vincere le elezioni. D’accordo i comitati civici di Gabrio Lombardi si schierarono contro il divorzio nella campagna referendaria del 1974 usando ragioni tutte religiose, ma non ricordo che lo stesso Lombardi abbia mai invocato la Madonna per affermare le sue tesi il 12 maggio di quell’anno.

Secondo me gli altri leader invitati, a cominciare da Marine Le Pen che di destra certamente é ma non bigotta, avranno avuto un sussulto. O magari non avranno capito in assenza di adeguata traduzione. Resta il fatto che solo la Madonna potrebbe davvero stabilire l’esistenza di una internazionale sovranista. Si tratta di una contraddizione in termini, essendo il sovranismo insensibile ai problemi degli altri. Basti pensare proprio al tema dell’immigrazione. Ognuno per sé e Dio (non la Madonna) per tutti. Servirebbe davvero un miracolo mariano per convertire Orban e compagnia ad accettare la revisione del trattato di Dublino.