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Le mie idee

25 Novembre 2019 507 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Quando vedo l’acqua alta a Venezia mi viene in mente De Michelis, mi sovvengono le sue intuizioni sulla Laguna e sull’Italia. Chissà perchë i socialisti vengono ricordati e valorizzati solo da morti, come i pittori, i poeti, i musicisti. Forse perché anche noi siamo un po’ artisti. Villetti ci ha lasciato dopo dieci anni di malattia, tanti quanti sono stati gli anni della separazione da noi. Ricordo l’ultima frase del suo atto testamentario che ci ha voluto riservare: “Un saluto alle compagne e ai compagni che si sono battuti per gli ideali di giustizia e libertà del socialismo italiano”.

Nella ultima riunione della Direzione avevo invitato il partito, o meglio i nostri due rappresentanti nelle istituzioni, a non votare la fiducia a questo governo così come ha aveva fatto lo stesso Ugo Intini. Se l’obiettivo era quello di frenare Salvini, almeno per ora possiamo dire che questo obiettivo é stato mancato. E che anzi i due contraenti del patto di governo sono entrati in crisi loro: il Pd ha subito due scissioni e i Cinque stelle hanno accelerato la loro inesorabile spinta verso l’estinzione. Di Maio deve essere benedetto da Grillo con un buffetto e un’indicazione inappellabile: il patto col Pd non si tocca. Esattamente il contrario di quello che il ministro degli Esteri, che si dimentica del G20, pensava. Così com’é accaduto con la piattaforma Rousseau, che gli ha imposto di fare, in Emilia e in Calabria, il contrario di quel che aveva proposto. Questo ragazzo assomiglia vagamente, al capo dei socialisti francesi durante gli anni del Front populaire, che rivolgendosi ai comunisti era solito rassicurarli così: “Io sono il vostro capo, dunque vi seguo”. Salvini é stato fortunato. Grazie al Conte due (l’unico essere umano che puó smentire Aristotele e la sua teoria della non contraddizione perché può essere se stesso e il suo contrario) il “capitano” ha ripreso a crescere.

Tuttavia a conti fatti le cose non sono andate molto diversamente da quello che auspicavo. Il Psi è fuori dal governo e mantiene un appoggio esterno, peraltro assai flessibile. Vincenzo Maraio ha aderito alla raccolta delle firme per il referendum abrogativo della legge che taglia i parlamentari e affetta il principio di rappresentanza della democrazia, solo per assecondare l’istinto populista e anti politico dei 5 Stelle. E questa era la premessa, non una postilla, dell’accordo di governo. Lo stesso segretario ha aderito allo sciopero delle Camere penali contro la legge Bonafede che annulla la prescrizione. Riccardo Nencini si è rifiutato di votare la fiducia al governo sulla legge che prevedeva l’accoglimento dell’emendamento di Barbara Lezzi sul mancato scudo penale per la nuova proprietà dell’Ilva. Più la sinistra, e ci metto anche Leu, insiste a ritenere i Cinque stelle una sua costola, flirtando e governando con loro, e più la sinistra si confonderà e si annullerà e si contaminerà e perderà. Meglio una sconfitta combattendo a viso aperto che una sciagura dopo qualche anno, o mese, al governo coi Cinque stelle in preda ai prolassi del loro precipizio.
Ma c’é un ulteriore elemento di novità. E cioè la scissione del Pd e la richiesta degli scissionisti di comporre un gruppo Psi Italia viva al Senato, prima che Calenda annunciasse la formazione di un partito. Un partito solo nell’area del centro-sinistra o della sinistra riformista e poco. Tre rischiano di pestarsi i piedi. Sarebbe utile a loro stessi che Renzi e Calenda, magari assieme a noi, costruissero la seconda gamba del centro-sinistra. E intanto sono nate le sardine. L’unico movimento che sorge senza un capo e senza un programma. L’unico che contesta non già un governo, ma un’opposizione. Loro, non il Pd a cui hanno tassativamente vietato di portare in piazza le proprie bandiere a anche per questo le hanno riempite, sono la vera novità delle elezioni nella mia regione. E addirittura il governatore Bonaccini non solo non vuole trasferire a Carpi la foto di Narni, ma non vuole neppure che il segretario del suo partito solchi un solo centimetro dell’Emilia Romagna. Ritiene il Pd non solo inutile, ma un danno per la sua campagna elettorale.

Mi sembra esista uno spazio enorme per un partito, un polo, un’alleanza che riesca a dare risposte anche a quei giovani e che non può essere il Pd. Quando penso che Franceschini, sconfitto due volte nella sua Ferrara, é ancora ministro e capo delegazione del suo partito al governo mi chiedo se per caso non siamo invece su Scherzi a parte. Noi avevamo richiesto con Riccardo Nencini una sorta di azzeramento del centro-sinistra e la nascita di un’alleanza  repubblicana oppure la costruzione della seconda gamba della coalizione. Però chiedo su questo chiarezza. Sentimenti identitari sono quelli che ci tengono uniti, ma il percorso, la strategia, é quella di rilanciare una prospettiva solo identitaria? Siamo ancora immersi nel dilemma che Roberto Villetti chiamava quello tra proposta identitaria o l’alleanza riformista che ci ha attanagliato per un quarto di secolo. Con spinte ora nell’una ora nell’altra direzione.

Io penso che il rilancio della sola prospettiva identitaria in un sistema non identitario sia impervia, per non dire velleitaria. Rischieremo di sbattere ancora la testa contro il muro come abbiamo già fatto molteplici volte. I risultati dal 1994 al 2008 sono sotto i nostri occhi. Noi ci siamo salvati sempre solo grazie alle alleanze e quando ci siamo presentati da soli non abbiamo mai eletto nessuno alle elezioni politiche. Vero, siamo ridotti a tre consiglieri regionali, ma due sono stati eletti grazie a un simbolo civico. Presentiamo la lista dove é possibile alle elezioni regionali. Le forzature possono portare a prove deludenti e scoraggianti. E se parliamo dell’Emilia la possibilità di una lista autonoma più vasta del solo Psi é possibile.

Di tutte le forze della cosiddetta prima repubblica il Psi é tuttora l’unico partito senza figli. Non ci sono più la Dc e il Pci, ma ci sono i loro eredi che si portano seco la storia, le vicende e le personalità di quei partiti, mentre il Psi é senza succedanei. E’ un partito sterile. E come un padre che non genera finisce per bloccare la sua genia ed essere dimenticato. C’é qualche risveglio su Craxi più a destra che a sinistra, per la verità. Ho scritto sull’Avanti che questo avviene perché noi siamo stati l’altra faccia della sinistra, da sconfiggere e da dimenticare. Vero. Ma proprio per questo, l’ho dedicato a Stefania, non potevamo diventare l’altra faccia della destra. E’ innaturale.

E siamo al ventennale. Bobo Craxi ha finito la penitenza. E’ inutile e anche controproducente tenerlo in quarantena. Propongo che il Consiglio nazionale lo coopti in Direzione e in segreteria.

La politica impone scelte immediate. Italia viva puó essere un possibile approdo? E allora non limitiamoci a sostenere la posizione minimalista. E cioè quella dell’accordo tecnico al Senato, ma facciamolo vivere anche in periferia. In uno scontro come quello che si verifica all’interno del centro-sinistra bisogna scegliere. O stare col Pd o con Italia Viva e con Calenda, che oggi, purtroppo non vogliono costruire un progetto assieme. In mezzo c’é solo la possibilità di essere schiacciati.

Non sono socialisti, questo il vecchio il vecchio refrain. Il Pd, Leu, peggio che peggio Renzi e Calenda. Noi col nostro 1 per cento scarso ci eleviamo a rigidi depositari di un nome d’origine controllata che in Italia nessuno tranne noi vuole portare. E fondiamo una sorta di motorizzazione che rilascia patenti. Senza spesso neanche domandarci cosa sia il nostro socialismo, che nella storia italiana ha conosciuto diverse e anche sciagurate deviazioni. Se é il socialismo degli anni ottanta, quello del garofano, bé trattasi di liberalsocialismo che non a caso riuscì ad aggregare parti del mondo socialdemocratico e liberale italiano. E dunque a maggior ragione oggi non dovrebbe essere un problema contrarre alleanze con chi si ispira a quegli stessi valori.

Non facciamo le cose a metà. Nessuno mette in discussione l’esistenza della nostra comunità, che é ad un tempo storica, editoriale, amministrativa. E che paradossalmente può proprio saltare per aria come un pallone gonfiato se noi sviluppassimo solo la strada identitaria e non anche l’alleanza riformista. Basta poco. Bastava che Riccardo Nencini non fosse stato eletto e avremmo dovuto chiudere, senza il due per mille, senza soldi, senza più quello spirito garibaldino che ci caratterizzò tra il 2008 e il 2013. Non facciamo le cose a metá come qualche volta é successo in questi anni. Flirtando con la Rosa nel pugno, poi con Più Europa, e qualche volta sottomettendoci troppo al Pd col quale abbiamo anche sottoscritto un patto federativo senza creare una federazione.

Bene il garofano, bene la spinta a rilanciare la nostra comunità, ma senza illuderci ed illudere che questo sia possibile da soli. Da soli si muore, come cantava un vecchio cantautore. E allora oggi che l’evoluzione del campo del centro-sinistra va nella direzione da noi auspicata approfittiamone. Rinasce un fiore, grazie all’impegno del nostro segretario Vincenzo Maraio, il fiore che abbiamo amato di più. Mettiamocelo all’occhiello, ma contribuiamo, con le nostre scarse forze, ma col nostro orgoglio che non é mai morto e che non morirà finché siamo vivi, a costruire un giardino fiorito. Il giardino di cui ha bisogno questo nostro martoriato paese. Con le nostre idee che sono antiche e moderne, originali ed eretiche quando é necessario e che sono importanti non meno dei nostri voti.

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