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Alla vigilia di un confronto nel Psi

Credo si sviluppi, a partire da domani in segreteria, un utile confronto di idee sulle prospettive della nostra comunità politica. Vorrei qui riassumere le mie opinioni peraltro più volte espresse sul nostro quotidiano che ho voluto aperto al contributo di tutti, anche di chi la pensa in modo differente. Dico subito che una discussione, la più aperta, é utile se non produrrà le solite incomprensioni che sono sempre sfociate in dissociazioni e in separazioni astiose e improduttive. Abbiamo di fronte a noi due appuntamenti importanti, il referendum e la campagna per il no al taglio dei parlamentari che ci ha unito, e che può vederci protagonisti, e poi le elezioni regionali in sei realtà in cui i socialisti si presenteranno in modi diversi. Per il momento mi concentrerei su questo duplice e rilevante appuntamento. Certo si possono avere idee non esattamente coincidenti su dove collocare il nostro piccolo partito che dispone, al momento, di soli due parlamentari, e in particolare della qualificata presenza al Senato del presidente del partito. E un itinerario dovremo ben fissarlo, magari coinvolgendo altri organi del partito. Il suo segretario, che nella regione Campania presenterà il simbolo del Psi, ha recentemente e opportunamente partecipato al convegno promosso da Azione di Calenda, a cui hanno recato il loro contributo esponenti dei partiti e dei movimenti del centro-sinistra, con lo scopo, a quanto pare, di cominciare a sondare le disponibilità di ciascuno per la creazione di un polo o addirittura di un soggetto comune alleato, ma competitivo col Pd. Maraio ha fatto bene e penso che la nostra disponibilità a continuare il confronto debba permanere e accentuarsi se necessario. Da anni noi abbiamo lanciato l’idea della costruzione della seconda gamba del centro-sinistra, senza la quale l’alleanza é destinata alla sconfitta. Per di più abbiamo sempre sottolineato che la vocazione maggioritaria del Pd é ormai solo un reperto archeologico dell’epoca veltroniana. La recente posizione di Zingaretti, che ipotizza un’alleanza strategica coi Cinque stelle, l’abbiamo giustamente contestata. A mio avviso era da evitare anche un’alleanza di governo, nella convinzione che un’inquinamento col populismo non avrebbe certo contribuito a rilanciare il centro-sinistra, e men che meno il Psi, e a frenare l’avanzata di Salvini. E questo é oggi confermato da tutti i sondaggi. Poiché penso che il dialogo iniziato da Maraio vada continuato, non possiamo certo oggi pensare di rompere, come qualcuno ha ipotizzato, il legame che ci unisce a Italia viva al Senato, che avrebbe l’unica conseguenza di riconsegnarci alla più supina subalternità nei confronti del Pd. Intendiamoci, il rapporto tra Calenda e Renzi si é fatto, se già non lo fosse stato, più teso. E Calenda ha delle ragioni quando ricorda che Renzi é stato il regista dell’operazione di governo coi Cinque stelle. Fosse stato per me l’alleanza con Calenda e la Bonino il Psi l’avrebbe fatta al momento della formazione del governo. Ma oggi un’alleanza delimitata solo a loro é compatibile con la scelta del Psi di restare in maggioranza peraltro senza alcuna forma di ricompensa? Una scelta di unirci a loro due implica una necessaria dissociazione nostra dal governo. Questo dev’essere chiaro a tutti se non si vuole che le stesse critiche rivolte a Renzi si riversino anche su di noi. Calenda ha proposto recentemente a Più Europa un’unificazione e la creazione di un nuovo soggetto unitario. La Bonino ha contro proposto un patto federativo. Non abbiamo nulla da dire a tale proposito? Resta il fatto che tutto quello che avverrà non avverrà in tempi brevi. Le elezioni non sono alle porte. Cerchiamo, mentre iniziamo un’utile riflessione, di fare subito quel che dipende solo da noi. E cioè di mettere in moto un Comitato socialista per il No al referendum, o di aderire a quello creato da alcuni socialisti,  e di entrare a pieno titolo in quello trasversale che diversi parlamentari, anche del Pd, come Tommaso Nannicini, hanno creato. La visibilità e la crescita di consensi al nostro partito si ottengono nella lotta politica quotidiana, non nel malinconico rimpianto per i tempi che furono. Non é vaneggiando di unità socialista (di quale socialismo si parla e di unità tra chi?) che si può costruire il futuro del Psi. Nell’azione referendaria contro la strategia demagogica e antidemocratica dei Cinque stelle, appoggiati da un Pd che per tre volte in Parlamento ha votato contro una legge per trangugiarla alla quarta ai fini di poter formare un governo, si può compiere un utile passo per rendere essenziale la nostra presenza nel panorama politico italiano.