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Addosso a Renzi?

Cerchiamo di ragionare prima di insultare Renzi. Forse aprire le fabbriche entro Pasqua e le scuole a maggio é azzardato. Anzi sicuramente lo é. Occorre prima invertire la rotta, ridurre al minimo il volume dei contagi, aumentare quello dei guariti. Però l’idea di convivere col virus mi pare giustificata. Intendiamoci. Anche se a fine maggio raggiungessimo quota zero contagiati, siete sicuri che dal primo di giugno tutto potrà riprendere come prima? L’esempio ci viene dalla Cina dove la ripresa é molto lenta, nonostante da tempo il termometro dei contagi sia praticamente a zero. La guerra al coronavirus, in mancanza di un vaccino, non si concluderà come le altre, con le feste popolari e le sfilate di massa per la vittoria. Ci sarà sempre il timore che il virus possa diffondersi di nuovo. Immagino che forse per mesi le partite di calcio si potranno disputare ma a porte chiuse, che cinema e teatri non potranno riaprire e che i ristoranti dovranno mantenere le distanze di sicurezza dimezzando i posti. Penso anche che con meno soldi in tasca intere categorie di negozi saranno costrette a chiudere e non ripartiranno, anche per mancanza di clienti e che molte fabbriche saranno indotte a produrre di meno col logico corollario di dolore per gli occupati. Penso che psicologicamente le persone saranno assai meno propense a rimescolarsi, a gettarsi nella mischia, a fare comunella. Questo andrà avanti fino a che il virus non sarà neutralizzato con un vaccino. Serve almeno un anno. Spero meno. Spero che il mondo intero a breve almeno ci regali un farmaco che tolga mortalità a questa malattia. Fino ad allora che dobbiamo fare? Rimanere tutti chiusi in casa con l’economia che va a rotoli e non si rilancerà? Con l’economia che farà più morti del virus? Personalmente penso che su questa questione l’intera comunità internazionale debba assumere una posizione univoca. Il virus che almeno dovrebbe unire i paesi europei, ma finora non é stato così a causa della reticenza tedesca e nordica a considerare il debito, o una sua parte, patrimonio comune ed emettendo i cosiddetti coronavirus, unisca il mondo, con gli Usa che sono ormai divenuti il primo paese per contagi, e l’Africa, della quale nessuno parla, ma che potrebbe avviarsi a inaugurare la tragedia più grande. Che la comunità internazionale si faccia carico delle scelte di fondo, nelle diagnosi, nelle terapie e anche nelle risposte politiche o almeno che le concerti visto che siamo tutti sullo stesso carro. Ma lo farà?