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Tocchi e ritocchi sul centro-storico

25 Giugno 2020 490 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Il sindaco Vecchi e il suo vice, nonché assessore all’urbanistica, Pratissoli hanno annunciato nuovi e interessanti provvedimenti per l’edilizia in città, pubblica e privata, che dovrebbero, tra l’altro, allungare fino al 2030 le agevolazioni stanziate lo scorso anno per le facciate. Questi provvedimenti andranno armonizzati con quelli contenuti nel decreto Rilancio, recentemente emanato dal governo e ancora al vaglio del Parlamento, che dovrebbero consentire di recuperare addirittura il 110 per cento degli investimenti per ristrutturazioni a sfondo ambientale degli edifici, compresi i cappotti termici e dunque le facciate ad essi collegate. Mai come oggi il centro-storico di Reggio ha l’occasione di cambiare faccia.
Per gli edifici privati, penso a quelli storici, Palazzo Ruini, Palazzo Malaspina, Palazzo Brami, sulla via Emilia, ma anche all’edificio del Municipio dal lato via delle Rose, colpevolmente lasciato in situazione di degrado da dieci e più anni, é il momento di darsi da fare. Non un solo stabile, penso a quello d’impatto sulla via Emilia provenendo da via Roma, dovrà rimanere degradato. Se un proprietario lascerà il proprio edificio nell’attuale precaria situazione non sarà più per motivi economici, ma solo per incuria. E questo riguarda anche i due stabili di Maramotti in via Toschi, uno veramente trascurato e proprio di fianco a quel bel recupero dei Parisetti, compresa la chiesetta, recentemente realizzato e presentato alla città anche a seguito della denuncia pubblicata a suo tempo dal Carlino. Suggerisco alcuni intervenenti pubblici necessari. 1) Il rifacimento della rotonda di Santo Stefano con la sostituzione dei due muri di cemento, oggi lordati di scritte, con un tappeto di verde e il rifacimento della facciate degli edifici privati d’impatto sulla via Emilia, oggi tenuti nell’incuria più indecente. 2) La sostituzione del filare di lampioni sul lato giardini di piazza della Vittoria, che tagliano in due il teatro Ariosto e stravolgono l’asse della piazza ricalcato sul confine della vecchia Cittadella, che unisce un lato dell’Ariosto, il monumento ai Caduti e il lato d’ingresso del Municipale. E magari concentrando fasci di luce sui quattro oggetti della piazza: i due teatri, il monumento ai caduti e quello alla resistenza. 3) Il rifacimento degli esterni del palazzo dello sport, incartando le quattro scale in ferro che fuoriescono indecorosamente sulle due strade e completando l’opera nei due lati lunghi, compresa la sostituzione dei vetri marcescenti e delle scale a chiocciola. 4) La pannellatura della tribuna del Mirabello, che da trent’anni invade pericolosamente la strada. Si decida cosa fare dell’impianto. Anche se la decisione fosse di tenere in vita la struttura sportiva, si potrebbe intervenire per dimezzare l’attuale tribuna, già peraltro portata a meno della metà della sua capienza originaria per ragioni di ordine pubblico, dotandola di una nuova e più decorosa copertura. 5) E infine, si valuti l’opera più necessaria per Reggio. E cioè il doppio sottopasso di Ospizio e Pieve. Non é possibile mantenere la via Emilia, proprio nei pressi dell’ingresso in città, attraversata da due passaggi a livello, per finanziare i quali la regione aveva stanziato 25 milioni di euro, poi stornati sulla stazione Mediopadana e mai più recuperati.

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