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Conte contro il sì e il no al Mes

9 Luglio 2020 368 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Per Conte é ideologico dire sia sì che no al Mes. Vabbé che lui ha superato il principio di non contraddizione di Aristotele, tanto che può essere l’uno e il suo contrario, ma il presidente conosce il significato della parola “ideologico”? Lo rassicuro, non si tratta di un’offesa. Ma certo usare lo stesso aggettivo per chi intende usufruire di 36 miliardi senza condizioni a zero euro di interesse per la nostra sanità e per chi intende rifiutarli perché non gl piace la parola, questo mi pare francamente sconfortante. Capisco il suo traccheggiare. E rinviare la decisione a tempi migliori. Un voto del Parlamento adesso, coi Cinque stelle contrari, assieme alla Lega e a Fratelli d’Italia, rischierebbe di far crollare il suo castello. Che sia di sabbia o meno, però, potrebbe proprio essere misurato dal voto sul Mes. Non si tratta di una questione secondaria. Conte sta facendo il giro d’Europa in cerca di alleati per ottenere le condizioni favorevoli, quelle proposte dalla Merkel e da Macron, sul Recovery fund. Questo fondo, dovrebbe garantire all’Italia 170 miliardi, più o meno la metà a fondo perduto e l’altra metà a prestito. Sappiamo che il prossimo Consiglio europeo dovrà decidersi. E pare probabile, ma non certo, che la tendenza dei paesi cosiddetti frugali, capitanati dall’Olanda, non riusciranno a far valere la loro posizione contraria a stanziare risorse a fondo perduto. Per di più il Recovery fund, contrariamente alla nuova linea del Mes, é un fondo che elargisce denaro con forti condizioni: il paese che li richiese deve presentare un Recovery plan, ci saranno verifiche trimestrali dei lavori da parte del Fondo, esso é subordinato a chiare riforme, che denotino la volontà del paese richiedente di imboccare la strada del rinnovamento. Anche per questo il governo italiano ha prodotto il decreto Semplificazioni e l’elenco delle opere che sottoporrà in sede europea. Vedremo come finirà. Certo in Europa ci guarderanno come degli strani animali se noi ci presentassimo, come appare più che probabile, senza una posizione sul Mes e con richieste inderogabili sul Recovery fund. Il primo é un fondo già attivo da giugno, presta soldi allo zero per cento e permetterebbe all’Italia di risparmiare sette miliardi in dieci anni, visto che il tasso d’interesse dei nostri prestiti si aggira sull’1,5-1,8 per cento. Non lo chiederanno, probabilmente, Francia e Spagna perché il costo del loro denaro é praticamente a zero e non perché hanno paura della troika. Per di più il Mes é senza condizioni che non siano quelle di orientare la spesa nel settore sanitario. Il Recovery invece non è attivo, per la parte che prevede prestiti gli interessi non saranno certo inferiori a quelli garantiti dal Mes. E per di più é pieno di condizioni, quelle gia ricordate. Una posizione del genere in Europa cone la giudicheranno? Ci prenderanno per matti?

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