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Il de-cretino

Dopo il dpcm di qualche giorno fa eccone un altro. Se il primo era sembrato blando e dava il senso di volere affidare alle regioni la responsabilità di indurirlo, questo, che é stato fatto circolare come bozza, dava l’impressione di voler delegare alle regioni il compito di ammorbidirlo. Non é stato così e l’unica diversità, concordata col Cts, il vero governo italiano non eletto da nessuno, é l’eliminazione del divieto di apertura dei bar e dei ristoranti il sabato e nei giorni festivi. Resteranno aperti, ma solo fino alle 18 come negli altri giorni. Alle 18? Ma che orario é mai questo? Avete mai visto gente che cena alle 17? Allora perché non alle 15? Era troppo complicato fare come in Francia, che sta peggio di noi? E magari fissare le chiusure alle 21, dando così ai ristoranti la possibilità di servire la cena? Ci voleva un genio per rilevare che una chiusura alle 18 per le attività ricreative é un non senso. E riduce al solo pranzo l’attività economica? E che dire della chiusura delle palestre e delle piscine? Ma siamo davvero sicuri che non finiranno per produrre danni gravi alla salute dei tanti che giustamente considerano lo sport un’attività necessaria per vivere? In Italia nessuno muore più di infarto e di ictus? E la chiusura dei teatri e non dei musei che ragione ha? E’ forse un ammiccamento a Sgarbi e alla sua pervicace opposizione a qualsiasi restringimento delle libertà? Lascio perdere il significato di chiudere gli stadi anche a sole mille persone, ma mi chiedo, quali sono, perché i dati il Cts dovrebbe pure averli, le cause maggiori di contagio? Secondo tutti i rilevamenti a nostra disposizione essi hanno a che vedere con la ripresa delle scuole e con i mezzi di trasporto necessari (ma questi restano con l’assurdo limite dell’80 per cento di riempimento?). E allora perché non intervenire lì? Le regioni l’avevano proposto. Attiviamo le lezioni da casa per tutti gli studenti delle superiori. E invece il governo ha preferito tagliare a metà gli orari di bar e ristoranti, ignorando un suggerimento che derivava da un’analisi attenta dei dati. Tutto questo, per ora, varrà fino al 24 novembre. Ma da subito produrrà proteste e tensioni sociali. Molte sono le attività economiche legate a un filo. Non sono poche quelle che annunciano di non riuscire a riaprire. Il governo, che irresponsabilmente continua a rifiutare 37 miliardi a tasso zero del Mes sanitario, ha i mezzi necessari per stanziare massicce risorse a risarcimento dei danni subiti da intere categorie? Ma soprattutto, siamo davvero sicuri che in questo modo si colpisca nel giusto? Non vorrei, coi dati diffusi, che si facesse la fine degli italiani in Grecia, quando, per spezzare le reni al nemico, finirono anche per spararsi addosso.