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Crisanti e i crisantemi

Andrea Crisanti, il bizzarro e ciarliero infettivologo che il professor Giorgio Palù ha definito “un esperto soprattutto di zanzare”, ha dichiarato che lui il vaccino di gennaio non lo farebbe. A suo giudizio mancano dati scientifici chiari di un vaccino che generalmente impiega dai cinque agli otto anni per essere individuato. Poi il nostro ha tentato di correggersi dopo la levata di scudi della stragrande maggioranza dei suoi (presunti) colleghi. Nell’articolo pubblicato quest’oggi, 23 novembre 2020, sul Corriere, Crisanti specifica che “alla domanda se mi sarei fatto vaccinare a gennaio ho risposto che non lo avrei fatto fino a che i dati di efficacia e di sicurezza non fossero stati messi a conoscenza sia della comunità scientifica sia delle autorità che ne regolano la distribuzione”. Orbene, come si dice in Veneto, peggio “il tacon del buso”. Due domande a Crisanti. La prima. Ma secondo il suo pensiero sarebbe mai possibile che si metta in circolo un vaccino poco sicuro e poco efficace? Da dove nasce questo agghiacciante sospetto? Nello scritto di Crisanti lo si dice, apertamente. E cioè dal fatto che tali annunci “possano apparire rivolti al mercato finanziario”. E che la notizia che “i dirigenti delle due aziende produttrici abbiano esercitato il loro diritto a vendere le loro azioni per sfruttare i vantaggi legati al rialzo del prezzo non ha contribuito a generare fiducia”. Si tratta di una, malcelata, accusa gravissima. A giudizio di Crisanti si può perfino supporre che queste due famose e rinomate società abbiano potuto mettere in atto la più vergognosa delle speculazioni, annunciando un vaccino poco sicuro e poco efficace per motivi di speculazione finanziaria. Una speculazione talmente di breve periodo e piuttosto cieca, visto che qualora fosse come Grisanti ipotizza, le due aziende sarebbero destinate al più vergognoso e forse definitivo tracollo. Se il vaccino non funzionasse e addirittura provocasse gravi conseguenze la Pziffer e Moderna dovrebbero praticamente svanire dal mercato oltre che arrossire di vergogna. La seconda domanda. E cioè quella relativa ai dati che non sarebbero stati messi a disposizione della comunità scientifica. Ma le due aziende hanno fatto tutto da sole? Gli risponde tra gli altri il direttore del dipartimento di patologia clinica e del laboratorio di medicina alla Emory University di Atlanta, Guido Silvestri, precisando che “sicuramente i risultati verranno pubblicati per esteso nelle prossime settimane. Sull’accuratezza dei dati non si sono dubbi anche perché sono stati visionati e certificati da un Data Safety Monitoring Board, un ente esterno indipendente dalle industrie produttrici, composto da esperti virologi e vaccinologi”. E dunque? Crisanti é come San Tommaso? Non ci crede se non ci mette il naso lui? Diffida degli altri? Ma si rende conto l’infettivologo, prima collaboratore di Zaia e poi in conflitto con lui, che cosi dubitando finisce per seminare pericolose reticenze nella popolazione? E poi, da ultimo, Crisanti comprende che l’epidemia, che ha messo in ginocchio il mondo intero, non può essere combattuta con velocità tradizionali, e che se un vaccino arrivasse davvero tra cinque anni, il mondo intero sarebbe avviato a una spirale di inevitabile e drammatica catastrofe? Meglio i vaccini dei Crisanti, ma soprattutto dei crisantemi…