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Ei sarebbe…

A pochi giorni di distanza dal bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte, ma anche dalla famosa ode con la quale il Manzoni la celebrò, quel “Cinque maggio” che inizia con “Ei fu”, il nostro Giuseppi Conte, già presidente del Consiglio di destra e poi di sinistra (uno per ciascun Giuseppe), é ancora sulle corde nella corsa a capo del movimento Cinque stelle.Lui é pronto, naturalmente, ma diverse vicende si oppongono alla sua volontà. Prima di tutto il fatto che Casaleggio con la sua piattaforma Rousseau gli abbia negato l’elenco degli iscritti. Rousseau, un preromantico infiltrato nell’illuminismo, mito dei Cinque stelle, era in buona sostanza il contrario di Voltaire, ma questo a Conte, che é stato anche il contrario di se stesso, poco importa. Ma che dire adesso della decisione della Corte d’appello di Cagliari che, confermando la decisione del Tribunale, al quale si erano rivolti alcuni esponenti sardi del movimento che erano stati espulsi, ha deciso che il movimento é privo di un capo perché lo statuto prevede una sorta di gestione collegiale affidata a una penta segreteria. Dunque ha sancito che il povero Crimi non esiste e che il provvedimento sull’espulsione dei parlamentari potrebbe essere impugnato. Ma non é solo questo il punto. La corte ha anche nominato un commissario-curatore, in attesa che nel movimento venga rispettata la democrazia prevista dallo statuto. E costui non é Giuseppi, ma un avvocato sardo che non poteva che disporre anche di un gregge di pecore. Non a Cinque stelle, però. Conte continua a chiedere chiarimenti chiedendosi a chi mai si sia affidato. Straluna gli occhi mentre tra i Cinque stelle si diffonde, parafrasando l’ode del Manzoni, un nuovo motivo: “Ei sarebbe…”