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La mancia, impossibile, di Letta

In linea di principio trovo l’idea di tassare le eredità superiori ai 5milioni di euro, che in Italia godono di un’inspiegabile tutela, al contrario di quanto avviene nelle grandi democrazie europee, una cosa buona e giusta. Non si capisce francamente il motivo in base al quale esista solo in Italia, mentre in Francia, Germania, Spagna e Regno unito la tassazione oscilla tra il 20 e il 30%, questa sostanziale esenzione.

Questi ingenti patrimoni vengono così acquisiti dagli eredi senza versare nulla più di un obolo simbolico. Berlusconi fece della lotta alla detassazione delle eredità un suo cavallo di battaglia, sbagliando obiettivo, giacché a mio modesto parere l’obiettivo doveva essere quello di abbassare le tasse ai ceti medi produttivi e a chi lavora. Se si introducesse dunque una aliquota di stampo europeo sui patrimoni ereditati, parliamo di quelli più ingenti, ritengo che le forze socialiste e democratiche non dovrebbero porre alcun veto. Anche il proposito di “non mettere le mani nelle tasche degli italiani” é un proposito sbagliato. Bisogna innanzitutto metterle nelle tasche vuote di tanti che vivono in povertà o con un livello di vita minimo, e col Covid in italia sono aumentati raggiungendo la cifra impressionante di 5milioni, e se serve a loro, che vengano messe nelle mani di chi più ha, per permettere un riequilibrio tra distanze sempre più insopportabili, ben venga. Qual’é il limite della tassa di Letta? Intanto quella di legare un giusto e limitato prelievo a una dote. Una dote per i diciottenni. E perché mai una dote? Una sorte di reddito di cittadinanza under 18, quasi parafrasando le rappresentative calcistiche minori? E’ questo che chiedono i giovani oggi? Chiedono forse di avere una sorta di paghetta, non si capisce fino a quando, o non chiedono, ad esempio, di poter accedere all’Università, di potere frequentare corsi di formazione, di poter avere in prospettiva un lavoro accettabile? E che c’entra tutto questo con la dote di Letta? Non si inserisce questo in quella lunga serie di mance e assistenze, di carattere oggettivamente transitorio, che non modificano di nulla le prospettive delle giovani generazioni? Non é meglio, piuttosto della mancia di Letta, investire risorse in servizi per i giovani, duraturi e capaci di rispondere alle loro esigenze? Seconda obiezione. Mi pare l’abbia avanzata con qualche fondamento l’ex renziano Marcucci. I grandi patrimoni non si rintracciano facilmente. Sono generalmente schermati da intestazioni le più varie e a volte anche da società che risiedono all’estero. Difficile rintracciarli, soprattutto quelli ultra milionari. Terza obiezione. Ha fatto bene i conti Letta? Ripassiamoli col calcolatore in mano. Quanti sarebbero i proprietari di patrimoni superiori ai 5 milioni di euro ai quali applicare una tassa di successione dell’1%? E quanti di loro dovrebbero morire ogni anno? Sono state fatte al proposito alcune ricerche pubblicate. Da queste risulta che almeno 400mila cittadini avrebbero dichiarato più di un milione. Facciamo una proporzione larga e arriviamo a un terzo, che potrebbe avere dichiarato più di 5milioni, ma é sicuramente meno. Dunque siamo sui 150-170 mila cittadini. E ammettiamo anche, annullando la seconda obiezione, che nessuno di loro abbia schermato nulla né che abbia portato capitali all’estero. I diciottenni in Italia sono oggi circa 550mila. Se volessero dare 10mila euro ad ogni 18enne, dovrebbero morire circa 70mila proprietari all’anno e in due anni non ne troveremmo più uno vivo e con zero euro a disposizione dei diciottenni. Sono sbagliati i calcoli fatti da alcuni ricercatori o sono sbagliati quelli di Letta? Se i calcoli fatti e pubblicati fossero giusti la proposta di Letta sarebbe destinata a sgonfiarsi subito. O ad apparire quello che é: una proposta, come le altre fin qui avanzate dall’esule francese di ritorno, di carattere propagandistico per far dire al neo segretario del Pd, “qualcosa di sinistra”…