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Zan e Francesco

Non vorrei andare, da laico, liberale e libertario, come sono sempre stato, contro la mia stessa parte. Gennaro Acquaviva, braccio destro del presidente del Consiglio Bettino Craxi al tempo della revisione concordataria, ritiene che sul punto delle scuole private la Santa sede non abbia tutti i torti. In effetti nella legge non c’é una distinzione tra scuole pubbliche, il 92% del totale, e private, che rappresentano solo l’8%. Se il Concordato, rivisto nel 1984, prevede la libertà di organizzazione delle scuole cattoliche non si può imporre loro di celebrare la giornata contro l’omotransfobia. Dunque si precisi, magari in una commissione paritetica e senza ricorrere a strumenti impropri, questa differenza. Aggiungo che di giornate per nobili e meno nobili propositi ce ne sono anche troppe. Da quella della mamma e del papà a quella del ricordo, a quella delle foibe, poi mettiamoci anche i santi, i compleanni e gli onomastici alla fine giorni liberi da feste e cerimonie (stasera da me si festeggiano con la tortellata le stelle cadenti) ne sono rimasti pochini. Anziché una giornata all’anno dedicata a un tema specifico perché non inserire a scuola un’ora al mese di educazione sessuale? Non sarebbe più produttivo comprendere anche il tema della omotransfobia in un discorso più generale? Non vorrei che i bambini apprendessero che il rispetto doveroso per tutte le identità sessuali debba avvenire prima di comprendere la loro. Aggiungo che la legge Zan é la prima laica che anziché allargare i diritti prevede pene. Giuste pene, come quelle di chi istiga alla violenza o la commette perché, come avviene, secondo la legge Mancino, per odio razziale, la violenza verbale o fisica contro chi ha un’identità sessuale diversa viene commessa contro tutti coloro che la condividono. Non mi pare che esistano rischi di liberticidio come vaneggiano Salvini e la Meloni. Il libero dissenso é assicurato dalla Costituzione e le minacce e gli insulti non sono espressioni libere. Dunque si chiarisca quel che c’é da chiarire e si proceda. Non grido all’ingerenza. E nemmeno esalto l’autosufficienza. I socialisti votarono contro l’articolo 7 della Costituzione al contrario dei comunisti, ma il Concordato esiste anche se opportunamente riformato e non possiamo ignorarlo. Chiarire, dunque, precisare, dialogare, ma poi decidere. La sinistra ha spesso fatto di Papa Francesco il suo punto di riferimento esaltando le giuste tesi di giustizia e di fratellanza tra tutti gli uomini e ignorando il diverso apprezzamento sul tema della libertà. Tra Francesco e Zan saprebbe subito chi sacrificare. Eppure stavolta tiene duro. E aggiungo, giustamente. Per una questione di principio. Anche se é giusto tener duro quando si capisce bene su cosa.