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Sì a Cartabia e referendum

21 Luglio 2021 393 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Il Psi sostiene, a differenza del club a Sei stelle, Pd più Cinque, la riforma Cartabia così com’é, senza mutamenti, visto che il testo é stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri e rappresenta una mediazione di posizioni di partenza differenti.

E inoltre, non dimentichiamolo, rappresenta una delle condizioni essenziali richieste dall’Europa per la concessione dei fondi. Giuseppe Conte ha contestato l’accordo e dopo l’ingresso a gamba tesa di alcuni magistrati e il comunicato del Csm, anche il Pd si é subito accodato, portandosi dietro, in una dimensione di sofferta accondiscendenza, lo stesso Leu, come ha puntualmente dichiarato ieri sera in Tv Pierluigi Bersani. Tra l’altro quello che stupisce delle dichiarazioni di Conte é quel suo rifarsi al processo per il crollo del ponte Morandi il cui procedimento penale risale al 2018 mentre l’applicazione delle norme della riforma Cartabia é fissata al 1 gennaio 2020. Un uomo di legge o un uomo che non legge? Cosi come quell’agitarsi di Nicola Gratteri che addirittura sostiene che la nuova legge a proposito di prescrizione minaccia di far saltare tutti i maxi processi non ha senso alcuno. Il procuratore antimafia De Raho ha alzato il tono su un altro aspetto della riforma con parole durissime: “No a interferenze del Parlamento sui criteri di priorità dell’azione penale che toccherebbero l’indipendenza della magistratura”. Ma a quale indipendenza della magistratura si riferisce? A quella della lottizzazione degli incarichi nel Csm, a quella dell’azione penale su un magistrato nemico o concorrente, alle cene politiche per decidere il vice presidente del Csm, all’orientamento politico deciso dall’Anm per colpire giudiziariamente un governo ritenuto avversario? Ma De Raho respira il livello di delegittimazione a cui é giunta la magistratura italiana. Pensa ancora di farsi scudo con l’arma della (presunta) indipendenza delle stragi di diritto alla quale essa stessa é stata purtroppo protagonista? Evidente che il tema giustizia divida il governo e il parlamento. Oggi, dopo i radicali e la Lega che li hanno promossi, oltre al Psi che ha deciso di sostenerli, anche Renzi ha firmato tutti i quesiti. Letta e Bersani gridano al lupo e in coro con Csm, Anm, e magistrati politicizzati, e con l’appoggio sguaiato di Travaglio e del suo Fatto quotidiano, minacciano ritorsioni politiche. Per fortuna non tutto il Pd é compatto e da diverse parti si odono pronunciamenti diversi. Vedremo anche cosa succederà, a proposito della legge Cartabia, nei Cinque stelle visto che i suoi ministri l’hanno approvata. Di Maio e Patuanelli dipenderanno da loro stessi o dall’asse Travaglio-Conte? L’unica cosa certa é che i referendum determineranno una svolta delle relazioni politiche future. Su un tema così delicato si misureranno la tenuta delle alleanze e quella degli stessi partiti. Più che le elezioni amministrative i referendum determineranno un nuovo spartiacque. Il Psi, Renzi, la Bonino (per ora ancora dubbioso Calenda, evidentemente preoccupato delle elezioni di Roma) dovranno pur comprendere di avere un ruolo e una prospettiva ideale da lanciare al Paese…

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