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Il Psi al fianco della Resistenza ucraina

28 Marzo 2022 618 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ringrazio Vincenzo Maraio, il nostro segretario, di avere raccolto il mio invito a convocare una Direzione sul dramma dell’Ucraina e di avermi chiesto di introdurla. Ho esposto subito una proposta e cioè la presentazione di un emendamento al nostro statuto, da approvare in sede congressuale.Una modifica che reciti più o meno così: “Il Psi é contrario a tutte le aggressioni di stati indipendenti, liberi, democratici e appoggia nei modi che sono ritenuti i più efficaci la resistenza degli aggrediti”. Non potrei mai stare nello stesso partito di coloro che appoggiano o anche solo giustificano le invasioni straniere a stati indipendenti, liberi, democratici. Questo é il caso dell’Ucraina, paese indipendente dal 1991, ove viveva un popolo in libertà e ove vige una democrazia parlamentare. Con tutti i difetti e tutte le tensioni che ben conosciamo. Ma le deformazioni sul movimento che condusse al cambio di governo del 2014 e della guerra civile in Donbass sono prive di ogni fondamento. Su questi due punti sono intervenuti Edoardo Crisafulli, dirigente della sezione culturale del ministero degli Esteri a Kiev, recentemente rientrato in Italia, e il professor Massimiliano Di Pasquale, uno dei più stimati studiosi dell’Ucraina e autore dei due volumi intitolati Abbecedario Ucraina. E su questi due punti mi propongo di intervenire ancora con adeguati approfondimenti, assieme a Edoardo e Massimiliano esponendo dati certi, e tutti in controtendenza con la guerra ibrida di Putin.
Il Psi é dalla parte dell’aggredito come prescrive la Carta dell’Onu all’articolo 1 (in cui si impegna l’organizzazione a “reprimere gli atti di aggressione”) e la dichiarazione universale dei diritti umani che afferma “il diritto alla libertà, alla dignità e alla sicurezza delle persone”.
La Costituzione italiana non nega il diritto alla difesa. Anzi, all’articolo 52 afferma che “la difesa della patria é sacro dovere del cittadino” e nel troppo spesso citato articolo 11 che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”. D’altronde i costituenti avevano fatto la resistenza. Nenni, Longo, Pacciardi in Spagna, Pertini, Morandi, Basso anche in Italia e non potevano certo entrare in contraddizione con loro stessi negando ai popoli il diritto di difendersi.
Federico Fubini smonta l’equiparazione con Cuba 62. Non risultano esserci infatti missili offensivi in nessun paese Nato dei paesi dell’ex patto di Varsavia né in nessun paese occidentale europeo tranne la sola Francia, che ha un’organizzazione militare autonoma. Ci sono solo missili senza carica offensiva, ma solo col compito di intercettare e neutralizzare missili altrui, come quelli recentemente installati in Romania e in Polonia. Missili offensivi ci sono invece in Russia che ha sequestrato alle varie repubbliche le loro batterie nucleari accentrantrandole solo al suo interno.
Il vero progetto di Putin non trae alimento dalla natura e dalla geografia del sistema sovietico, non é l’Urss che Putin vuole ripristinare (anzi Putin ha recentemente polemizzato con le Repubbliche a cui si rifaceva Lenin), ma l’impero zarista. Non a caso Putin si tiene dietro il tavolo il simbolo degli zar, quello della grande Russia. Questo implica la sottomissione dei popoli anche se sono ostili. La sottomissione alla Russia di popoli indipendenti. Con la coercizione e se necessario con la guerra, come avvenuto nel secondo conflitto ceceno, come accaduto ieri in Georgia, in Crimea, nel Donbass e oggi in Ucraina.
La violenza culturale precede la violenza materiale. Ne é la necessaria origine e il continuo alimento. Stabilisce un destino non un futuro alla sfessa Ucraina che per Putin non esiste. Come non esisteva l’Italia per Metternich al congresso di Vienna. Solo che allora l’Italia non era uno stato e l’Ucraina sì. L’affermazione di Putin é per questo ancora più grave di quella di Metternich. Dichiara l’inesistenza di uno stato esistente, Bene ha fatto il governo italiano a inviare anche armi come tutti paesi europei, compresa naturalmente la Germania presieduta dal socialdemocratico Scholz e la Spagna del presidente socialista Sanchez. La resistenza, lo sappiamo bene noi italiani, la si fa anche con le armi. E chi dice il contrario sa bene di mentire.
In Italia abbiamo assistito in questo mese a una sfilata di doppiopesisti, di benaltristi, e di arrendisti
I doppiopesisti sono quelli che sfilavano negli anni settanta coi cartelli “Usa go home”, le donne in nero che protestavano contro l’intervento in Kuwait del 1991. O anche quello di segno opposto che con decisione sfidavano i comunisti sull’Ungheria e la Cecoslovacchia Oggi non si rassegnano all’idea che quel mondo sia finito. Costoro di dividono in due tribù: i doppipesisti viscerali che sfiorano il negazionismo come per il Covid che non esisteva (per i no vax coerentemente non esiste neanche l’aggressione di Putin). Capofila di questi é Luciano Canfora per il quale non esiste la ragione dell’aggredito parafrasando Tucidide nella guerra tra Atene e Sparta, ms neanche i profughi che sono solo “passanti”, mentre per la professoressa Di Cesare non esiste nessuna invasione ma solo una guerra tra stati. Il suo invito al bombardato a comprendere le ragioni del bombardiere ha sfiorato la comicità. Poi ci sono i doppiopesisti problematici quelli che si sistemano gli occhialini, aggrottano le ciglia, perché la situazione é complessa (Gramellini li ha chiamati complessisti). Sono, questi, i fautori della non posizione, della pace a tutti i costi ma la pace bisogna farla in due. Se uno vuole la pace mentre l’altro lo bombarda allora deve arrendersi. Pace a senso unico equivale all’alzata di braccia. Seconda categoria é quella de benaltristi, quelli che sull’Ucraina invitano a parlare della Palestina, dell’Afghanistan, o più indietro del Cile e del Vietnam. Non è vietato parlare di questi argomenti. Ma non si capisce perché questo “ben altro” appaia solo quando si parla di Ucraina e non quando si parlava di quei Paesi. Terza categoria quella degli arrendisti, di destra e di sinistra, quelli che pronosticano che la guerra gli ucraini l’hanno già persa e farebbero bene ad arrendersi perché eviterebbero un inutile spargimento di sangue. Si sono forse sintonizzati sulle frequenze dei generali italiani che la sera stessa dell’inizio delle operazioni militari avevano pronosticato che in 24 massimo 48 ore Putin sarebbe arrivato a Kiev. E invece dopo un mese non ci è arrivato ancora. Perché in un conflitto non conta solo il rapporto delle forze in camp. Contano anche le motivazioni oltre che gli appoggi militari provenienti dall’estero che sono massicci e le forze in campi possono riequilibrare. I generali sono come i virologi. Sbagliano sempre le loro previsioni.

Che dire dei partiti politici italiani? Bene il gruppo dirigente del Pd e il ministro Di Maio, sorprendente Salvini che prima vota l’invio delle armi e poi se ne dispiace, zitto (o zittito) Berlusconi, meglio la Meloni che non tradisce il patriottismo del nome del suo paritito. I Cinque stelle paiono ulteriormente spappolati. Una certa Granato aveva addirittura proposto un’audizione stile par condicio elettorale tra Zelensky e Putin. Da non credere. Quando l’ignoranza si sposa con la stupidità esce una miscela pericolosa. Speriamo che all’estero la notizia non sia passata…
Verso Zelensky si é alzata una barriera ignobile di crucifige da parte degli intellettuali o presunti tali. Loro non possono dare la patente di uomo di stato e tanto meno di eroe a un ex attore comico. Questa puzza sotto il naso che prevale qua e là sui social è una chiara manifestazione di insopportabile razzismo, che oltretutto in Italia, che solo meno di quattro anni fa diede la maggioranza a un comico, dovrebbero essere vietati.
Concludendo. Il Psi é per la pace nella salvaguardia del diritto all’autodeterminazione, per un negoziato che ancora non si vede e che non è in contrapposizione con la resistenza. D’Alema ha giustamente osservato che é la resistenza a tenere aperte le porte al negoziato. Se non ci fosse stata la resistenza, Putin avrebbe già in mano l’Ucraina. E cosa fatta capo ha. Di quale negoziato oggi si parlerebbe?
Il Psi é per una svolta al Cremlino perché non penso che Putin oggi e soprattutto domani possa essere un interlocutore della comunità internazionale. Anzi il Psi é per verificare se siano stati commessi, come in Bosnia, crimini di guerra e per un eventuale denuncia al Trbunale dell’Aia del capo del Cremlino.
Le iniziative. Facciamo opera di divulgazione nell’opinione pubblica delle nostre posizioni, esponiamo la bandiera ucraina nelle nostre sezioni, teniamole aperte per raccogliere fondi e materiale per la popolazione ucraina, e portiamo con una delegazione nel territorio ucraino appena possibile un carico di aiuti.

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