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Il vecchio vizio del Pd

Un vizio assurdo, come Davide Lajolo definiva il suicidio di Cesare Pavese, quello del giustizialismo per il Pd? Non direi, anzi. Lo definirei piuttosto un vizio ragionato. Pare proprio che la direzione del Pd, in omaggio all’alleanza coi Cinque stelle, indichi di votare no a tutti i quesiti referendari. Il motivo non può essere la riforma Cartabia che non verrà certo approvata entro il 12 giugno e che invece può trovare forza da un esito referendario positivo. I referendum sono abrogativi, ma se la maggioranza dirà sì alla separazione delle carriere e alla presenza degli avvocati nei consigli e alla riforma del metodo di elezione del Csm e alla revisione del carcere preventivo e alla modifica delle conseguenze della Severino tutte le tensioni e i mal di pancia dei magistrati e dei loro inossidabili vassalli, Conte e soci, sarebbero messi da parte e la riforma potrà essere migliorata in senso garantista e liberale. Ma il vizio non riguarda solo l’alleato e la paura di rompere con lui, dopo che Conte aveva gia preso le distanze dal Pd sulla questione delle armi da inviare all’Ucraina e sul piano energetico per via di un termovalorizzatore. Il vizio è endemico e risale ai tempi della rivoluzione giudiziaria di trent’anni fa. Da allora il partito che dal Pd in larga parte deriva deve pagare un conto con le toghe. Queste ultime non hanno voluto affondare il vascello dell’allora Pds. Bastava poco. Bastava allora un avviso di garanzia al segretario o al suo alter ego per sprofondare nell’ignominia generale. Non avvenne nonostante il caso del miliardo portato da Gardini a Botteghe oscure, nonostante la testimonianza del pentito delle coop rosse Nino Tagliavini che chiamava in causa il vertice del suo partito e nonostante nei festival dell’Unità si alzassero gli evviva rivelatori  a Greganti. Speravamo che un partito guidato da un ex democristiano moroteo cambiasse pelle. Di Letta abbiamo apprezzato la ferma posizione sull’aggressione della Russia all’Ucraina. Un posizione che ha a cuore la libertà di un popolo. Ma quando si parla di nuovi orizzonti di libertà in Italia, e in particolare di rendere piu europeo e liberale il nostro sistema giudiziario, ecco la retromarcia. Il vecchio vizio non si scorda mai…