Ho sentito molti in questa campagna elettorale parlare di soluzione negoziale del conflitto in Ucraina. Ma non ho sentito nessuno che la proponesse. Quale sarebbe la soluzione negoziale? Oggi Putin ha troncato ogni possibilità indicendo i referendum nelle due repubbliche del Donbass. Si ripete la commedia della Crimea. Un referendum dopo un’occupazione in cui solo gli occupanti figurano garanti del voto, in cui non voteranno le popolazioni liberate dall’esercito ucraino, e che già non é riconosciuto dall’Onu, a cosa serve? Da un lato dimostra le difficoltà in cui oggi si trova la Russia, che annuncia con Putin una mobilitazione parziale per portare sui fronti di guerra altri 300mila giovani che abbiano esperienza militare, dopo i seimila e più chilometri riconquistati dagli ucraini grazie alle armi fornite dagli Usa e dall’Europa. Dall’altro, russificando quei territori, Putin annuncia che chiunque dovesse attaccarli sarà in guerra con la Russia. La minaccia é rivolta all’Occidente, vero bersaglio dell’offensiva putiniana. E non escludendo nemmeno il ricorso all’arma atomica. Occorre che subito il mondo si renda conto del pericolo e che la Cina e i partner di Shaghay facciano pressioni su Putin perché non solo receda dall’insano proposito ma si renda conto che l’unica soluzione possibile resta quella, congelando la situazione in Crimea, di un ritiro degli eserciti russi oltre i confini violati il 24 febbraio. Se il popolo russo non comprende il vicolo cieco a cui li ha portati il suo presidente, bisogna che tutti i paesi del mondo, e non solo l’Europa e la Nato, glielo facciano capire. Non é interesse della Cina che già ha perso una parte consistente del suo export con l’Occidente, a causa di questa guerra di aggressione, e.Xi Jinping lo ha dichiarato, perdere ulteriore terreno. Le astensioni di Cina e India sulla risoluzione Onu di ieri e le stesse parole del premier indiano Modi, condivise da Xi, lasciano intendere una netta presa di distanze dalla guerra di Putin. La fine della globalizzazione a causa di un guerra, soprattutto se dovesse trasformarsi in guerra mondiale, farebbe fare anche a tutti i paesi asiatici un drammatico salto all’indietro.