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Pace e Panzeri

Erano costoro gli autori di canzonette leggere degli anni sessanta e settanta. Potremmo dire che per Panzeri, ex sindacalista comunista milanese, poi Diesse e Pd e infine scissionista ed Articolo uno, già europarlamentare, la parola Pace aveva una suggestione speciale. Pacifista e promotore di una Ong, pare sia stato preso con le mani nel sacco. Ora attenderemo tutti gli sviluppi di questa che appare come una telenovela di un contrappasso dantesco. Un uomo della sinistra dura e pura coinvolto in un grave scandalo internazionale, pagato a fior di milioni da un paese straniero e ove vige un sistema tirannico, per ragioni di propaganda. E con lui un’eurodeputata greca e il suo giovane compagno e oggi anche un altro parlamentare europeo. Socialisti, scrive con qualche allusione verso gli anni della nostra Tangetopoli, qualche giornale italiano. Ma d’altri paesi. Non voglio entrare con cupidigia nel merito delle cifre stanziate dal Qatar e dal Marocco che appaiono almeno per ora come gli stati particolarmente interessati a metter le grinfie sul Parlamento europeo col proposito di imbellettarsi. Ma certo non possono che apparire sconvolgenti le vicende di pacchi di soldi, 600mila, trovati in casa, di regali e di vacanze costati centinaia di migliaia di euro, di padri che fuggono con 750mila euro nel bagagliaio e di figlie ingioiellate in un residence per milionari. “C’è sempre un puro più puro che ti epura”, diceva Nenni. Ma era difficile immaginare che chi ci aveva epurato finisse in un’affaire che più sporco non si può perché ad un tempo mina la credibilità della politica e la piega ai voleri di uno stato ove vige il disprezzo di quei diritti conquiststi in Italia, anche per merito di quella stessa sinistra oggi profanata.

Articolo che avrei scritto come editoriale dell’Avanti