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Napolitano e Craxi

23 Settembre 2023 248 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Nel decennale della morte di Bettino Craxi, avvenuta nella solitudine di Hammamet il 18 gennaio del 2000, l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrisse una lettera ad Anna Craxi e definì l’ex segretario del Psi un uomo vittima di una magistratura “di una durezza senza uguali”. Ricordò anche una delle decisioni della Corte europea di Strasburgo che annullarono alcune sentenze di condanna di Craxi perché emesse “senza giusto processo”. Fu il solo presidente della Repubblica a prendere posizione sul caso C. Gliene va dato merito. Anche se, com’è accaduto quasi sempre nella storia del Pci, si tratta di una posizione tardiva. Terracini molto tardi ammise che la scissione di Livorno, della quale fu uno dei protagonisti, era stata un errore. Il Pci riconobbe, consentendo il rientro di Terracini che con la Ravera l’aveva contestato, che anche il patto Ribbentrop-Molotov del 1939 era stato un errore. Gli ex comunisti in coro sostengono che la posizione di Togliatti di assoluzione dei carri armati sovietici in Ungheria nel 1956 era stata un errore e che aveva ragione Nenni. E che pure il primo centro-sinistra era un progetto largamente innovativo e la scelta della revisione della scala mobile anche e che il referendum berligueriano l’ennesimo errore e che l’intervento ONU in Iraq era giustificato dal momento che il governo D’Alema partecipò a quello Nato in Serbia. Dunque anche la figura di Craxi si apprestava all’ennesima riabilitazione postuma. Napolitano però ebbe l’indubbio merito di essere un anticipatore . Divenne post comunista prima della Bolognina, divenne riformista subito dopo capeggiando con Macaluso, Chiaramente, Lama una corrente propensa ad accettare l’unità socialista. Da presidente della Repubblica fu un arbitro generalmente imparziale. Tanto che fu il primo ad essere rieletto praticamente all’unanimità. Era il preferito di Giorgio Amendola, il primo che negli anni sessanta lanciò un progetto che tendeva a superare l’identità comunista e a formare coi socialisti una sorta di partito del lavoro. Vogliamo ricordarlo così il giorno dopo la sua scomparsa noi socialisti e rendergliene onore.

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