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Premierato sì, ma non così

21 Giugno 2024 173 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Non ho nessuna prevenzione rispetto all’elezione del presidente da parte dell’elettorato. Il primo a proporla fu proprio il Psi alla fine degli anni settanta. A Rimini nel 1982 si discusse se doveva essere il presidente della Repubblica, come in Francia, o il presidente del Consiglio, nella forma del premierato. Si cominciò a discuterne anche in Parlamento con la prima commissione Bozzi. Ci si attorcigliò, come sempre é capitato, con le esigenze dei partiti. Fino alla bicamerale di D’Alema. Insomma non s’aveva il coraggio di una vera proposta costituzionale sulla Repubblica presidenziale. In fondo presidenzialisti erano state storicamente le destre e la sinistra, in nome di una vocazione assemblearista, metteva il veto. I socialisti, questi eretici. portarono la discussione nella sinistra che, avanzando sempre lo slogan “giù le mani dalla Costituzione”, la Costituzione poi l’ha letteralmente stravolta nel titolo V, peggiorandolo. Per cui il “giù le mani dalla Costituzione” vale solo, come prova anche la legge costituzionale sul taglio dei parlamentari (dov’era allora il buon Zagrebelsky?) quando le mani sono degli altri. Il problema di questa proposta di legge del governo sul premierato non mi provoca reazioni dal furore iconoclasta con slogan quali “scendiamo in piazza perché é in pericolo la democrazia”. La democrazia é in pericolo se più della metà degli italiani non vota e non se si vota il presidente del Consiglio. Le mie obiezioni sono concrete e specifiche. Quale paese al mondo si dota di un sistema istituzionale come quello proposto? Nessuno. Le democrazie europee sono rette o da monarchie costituzionali o da presidenti della repubblica con poteri diversi. Noi siamo repubblicani e dovremmo chiarire innanzitutto quali poteri attribuire al presidente della Repubblica. Quelli della Francia, che é una repubblica semi presidenziale, e con elezione diretta del presidente che ha il potere, vedi Macron, di sciogliere il parlamento. O quella tedesca, che é una repubblica parlamentare con cancellierato, cioè il presidente del Consiglio è eletto dal parlamento. Qui introduciamo un sistema bizzarro. Cioè un presidente del Consiglio eletto dal popolo (con quale legge non si sa, s’avanza la proposta del doppio turno, cioè del ballottaggio, e quale sia la legge elettorale per eleggere il parlamento è tuttora ignoto, si parla di un premio di maggioranza ma non lo si quantifica). La stretta relazione tra elezione del presidente del Consiglio e legge elettorale che lo elegge e legge elettorale per eleggere il parlamento, é tuttora assente nella formulazione legislativa. E’ vero che la legge elettorale è ordinaria e non costituzionale, ma nulla vieta di approvarle insieme. Si sa che al presidente del Consiglio é affidato il compito di sciogliere le Camere, che il governo deve ottenere il voto di fiducia del Parlamento e che se il presidente viene sfiduciato scioglie le camere. Ma se non si sa con quale legge elettorale si elegge il parlamento non è difficile immaginare che a un’elezione di un presidente non corrisponda una maggioranza che lo sostiene. E allora perché eleggere un presidente? Il solo paese in cui ciò si è verificato, Israele, ha deciso di cambiare sistema. Non risolveva i problemi di stabilità che si era prefisso. Insomma personalmente non alzerei lo steccato dell’attentato alla Costituzione, come fanno quei professori dell’articolo 21, più vari ed eventuali, ma mi opporrei all’inconsistenza, alla confusione, alla parzialità e alle controindicazioni di questa proposta. Seguendo l’esempio di Stefano Ceccanti, che certo non é cieco di fronte a modifiche costituzionali e che vuole capire ed emendare. Anche sostanzialmente, rifacendosi alla bozza di Cesare Salvi alla bicamerale. E ispirata, riprendendo anche l’approfondito dibattito, proprio sul premierato contrapposto al presidenzialismo, della sinistra francese alle prese con la crisi della Quarta repubblica, proprio allo slogan “Premierato sì, ma non così”.

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