La convivenza tra male e male
Il giovane leader di Place Pubblique che, aderendo alla lista socialista alle elezioni europee, ha contribuito al parziale rilancio di un partito, il Psf, che sembrava morto, parliamo di Raphael Glucksmann, figlio del filosofo Andrè, ha parlato chiaro: “Se Putin prevarrà verrà messa a rischio la pace in Europa”. Penso che della difesa della pace in Europa dovrebbe occuparsi carico innanzitutto l’Europa. E ancora non è così. A destra, al centro e a sinistra, pare emerga una sottovalutazione generale. E anzi sul pericolo di una reductio a due della questione Ucraina non solo l’America di Trump lancia ponti a Putin che potrebbero cadere in testa agli ucraini ma gli stati europei non sanno trovare una posizione comune. D’altronde cos’è l’Europa? E’ un’unione di stati indipendenti e autonomi, come hanno proclamato all’unisono i sovranisti recentemente riuniti a convegno a Madrid, con Marine Le Pen, Salvini e Orban in prima fila? Cioè una oggettiva disunione? Niente politica estera comune, niente esercito, niente debito europeo? O l’Europa vuole trasformarsi in una federazione di stati con prerogative comuni di tipo militare, economico, ecologico, di politica internazionale? E se non ora quando? Se Trump che spende il 3,5 del Pil in spese militari ci striglia perché i paesi europei in media non arrivano al 2 ha ragione. Ma se pensa di imperniare tutta la sua politica sugli affari economici e finanziari degli americani (già Tesla del suo amico Musk ha guadagnato in borsa 23 miliardi con la sua elezione), negando cento e più anni di storia del suo paese quando, nel bene e nel male, gli Stati uniti si occupavano del mondo in base, o anche in base, ad altri criteri, allora l’Europa dovrebbe battere un colpo. L’Europa della rivoluzione francese, degli ideali di libertà e di indipendenza dei risorgimenti nazionali, l’Europa delle riconquistate democrazie, dopo il nazismo, il fascismo, il franchismo, il salazarismo e i colonnelli greci. L’Europa del dopo comunismo che adesso è un continente di democrazie, come può un’Europa così, un vecchio continente che che si rispetti nei valori della sua storia e nella storia delle sue lotte accettare che l’Ucraina diventi terra di baratto tra Trump e Putin? Al primo le terre rare come ricompensa delle spese passate e al secondo, per il momento, il Donbass e poi anche tutta l’Ucraina? E Gaza e i palestinesi? Mandiamoli a milioni in Egitto e in Giordania, sgomberiamo la striscia per farci una magnifica riviera con hotel e residence magari costruiti dal genero. Ma in che mondo ci apprestiamo a vivere con la logica dei disvalori proclamati senza alcuna reticenza. Nel disvalore del denaro e nel rifiuto della difesa degli ideali anche Israele faccia quel che vuole. Il siparietto fra Trump e Netanyahu è stato eloquente. E’ chiaro. Basta che paghi. Glukssman, che è stato consigliere del primo ministro georgiano e di quello moldavo, conosce bene la situazione di quel territorio. Perché il punto non è neanche l’appartenenza nazionale di Kurk, o Zaporishia o il Donbass o la Crimea. Quello che interessa gli ucraini è per quanto tempo potranno vivere in pace e quali e quante forze di interposizione verranno utilizzate per garantire la sopravvivenza di quel che resterà dell’Ucraina che dovrebbe essere rafforzata come esercito e mezzi e materiale bellico e che invece la Russia pretende non a caso smilitarizzata. Chissà perchè… E all’Europa dovrebbe interessare sapere chi sarà il prossimo? Dove Putin guarderà per proseguire il suo vantato impegno di restaurare l’impero russo o l’Unione sovietica, la cui fine giudica la piu grande tragedia del Novecento? Può darsi che l’uno, Trump, riesca a farsi gli affari suoi, conquistare Panama e la Groenlandia, non pensiamo il Canada, e l’altro, riesca ad aggiungere a Cecenia, due repubbliche georgiane e un pezzo di Ucraina, anche Moldavia e Transinistria e poi tutta la Georgia e l’Ucraina e poi magari territori rumeni e polacchi di confine. Questo mondo, cui si aggiunge quello della manipolazione della realtà attraverso quei potenti mezzi tecnologici di comunicazione compresi i primi inquietanti passi verso l’intelligenza artificiale, ci attende domani quasi come un ghigno di provocazione. Che rafforzerebbe i forti indebolendo i deboli. Non ci sarebbe alcuna battaglia tra bene e male. Ci sarebbe l’accordo o la convivenza tra male e male.
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