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La teocrazia del terrore

23 Giugno 2025 65 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Precisazione. Non é vero che l’Iran é il paese aggredito. Hamas, Hezbollah e gli Houthi sono articolazioni iraniane che dalla teocrazia di Teheran hanno ottenuto finanziamenti, indicazioni, suggerimenti. L’orribile strage del 7 ottobre del 2023 é stata commentata con soddisfazione perché l’inizio di “una rivoluzione” ed é stata finanziata dall’Iran, come sostiene, esibendo prove incontrovertibili, il ministro della difesa israeliana Katz. Si tratta di 500 milioni di dollari, come si evince dai fogli strappati dai servizi segreti, che descrivono i contatti tra Mohammed Deif, Yahya Sinwair e il comandante iraniano Esmail Qaani. Anche Hezbollah, mentre Hamas attaccava Israele dal Sud, insisteva da Nord con molteplici missili sganciati dal Libano o dalla zona cuscinetto. La sconfitta di Hezbollah, movimento sciita appoggiato direttamente dall’Iran, e l’eliminazione del suo capo Nassrallah, hanno portato il Libano in una condizione di maggiore tranquillità. Gli Houthi sono ancora forti. Hanno scatenato una guerra nello Yemen che in pochi hanno seguito, ma che ha seminato oltre centomila morti. Da una parte si era formata, dopo la fine della dittatura di Saleh, un fronte appoggiato dall’Arabia Saudita e dalla comunità internazionale, dall’altra i terroristi degli Houthi che lanciavano bombe al passaggio dei mercantili sul Mar rosso e durante il conflitto tra Israele e Hamas ne lanciavano anche su Israele, controllati dal sistema difensivo israeliano. Sul piano interno l’Iran, dopo l’illusione da parte della sinistra marxista dell’avvento di un nuovo mondo a seguito della rivoluzione del 1979, ha accolto il nuovo guru Khomeini, come ricorda Federico Rampini, ”esaltato dal marxismo post moderno” da esponenti “come Michel Faucault”, come una sorta di liberatore. E Khomeini ha gettato quasi subito la maschera facendo strage, prima di tutto, proprio dei comunisti e “poi cominciò l’oppressione dell’intero genere femminile”. Il suo appoggio alla Palestina era strumento di dominio che usava anche verso l’Irak (la guerra degli otto anni), il Libano e la Siria. Il disegno dell’Iran era chiaro: distruggere Israele alleato del grande Satana americano, riconquistare la Mecca e la Medina, quindi annettendosi l’Arabia sunnita. Dunque al terrore interno (tre condanne a morte eseguite al giorno, quasi mille in un anno, carcere duro per i dissidenti, istituzione dei pasdaran della rivoluzione per violentare i sospetti e della polizia morale per punire le donne senza velo o col velo malportato) i successori di Khomeini hanno sommato un disegno imperialista nei confronti degli altri paesi arabi e mediorientali. Ne difendono la legittimità solo Russia (la Siria, sua alleata, ha cambiato la sua guida dopo la cacciata di Assad) e la Cina. Ma lo fanno quasi per dovere e senza interferire. Ci sarà un motivo dell’isolamento assoluto dell’Iran? Ci sarà un motivo per cui non solo Egitto e Giordania, alleati ormai storici di Israele, ma anche l’Arabia Saudita, paese simbolo della religione musulmana, che pure hanno condannato i continui raid mortali su Gaza, stiano silenziosi, ma in cuor loro condividano, l’attacco israeliano su Teheran. Ma la fine non é ancora scritta. Trump rinvia di due settimane la decisione se entrare in guerra o meno. Ma la centrale di Fordow, che appare inespugnabile senza l’apporto della superbomba americana, potrà essere foriera di un nuovo sviluppo atomico dell’Iran? Forse non sarebbero bastati i copiosi bombardamenti nei siti di Natanz e Isfahan. Quanto al regime change hanno forse ragione quanti osservano che le esperienze di esportare la democrazia non ha dato finora buoni risultati. Vedi in Irak dove per anni si sono susseguite stragi e instabilità politica e soprattutto in Libia, dove agli scontri tra governi di opposta fazione si mescolano conflitti territoriali e antiche rivalità tribali. Il cammino si fa davvero a zig zag, mentre, per parafrasare un celebre detto cinese, la situazione non é per nulla eccellente.

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