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La democrazia capovolta

3 Luglio 2025 57 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

La democrazia in Italia é capovolta. I parlamentari non sono eletti dal popolo ma nominati dai vertici dei partiti. Con questa legge voti uno e prendi due come al Supermercato perché un voto sul proporzionale ne vale uno anche sul maggioritario. I sindaci nominano gli assessori che non possono essere consiglieri. Ma i consiglieri sono eletti pur non potendo diventare assessori. Si devono dimettere. Cioè il Consiglio, unico organo eletto assieme al sindaco, ha assai meno potere della giunta che é nominata. Anzi dal Consiglio non passa quasi più niente riducendosi ad approvare mozioni e a fare interpellanze. Quanto alle nomine nei consigli di amministrazione degli enti di secondo grado ci pensa il sindaco senza bisogno di approvazione della giunta e men che meno del consiglio. Le decisioni più importanti le assumono però i dirigenti che pongono solo problemi di legittimità e di responsabilità. Meglio far poco perchè si sentono più protetti e loro non devono presentarsi alle elezioni. Questo vale anche per i governatori e per le regioni. Cioè il potere é elevato quanto più marcata é la distanza dal popolo: prima i dirigenti, poi gli assessori e infine i consiglieri. Le province sono state abolite, anzi no. Sono solo stati aboliti i Consigli provinciali, unico organo elettivo. E le preferenze? Sono dannose per le elezioni politiche e utili per quelle europee, regionali e comunali. Ma si può ragionevolmente sostenere che questa sia una democrazia razionale? O anche solo una autentica democrazia? Meglio capovolgerla, forse. Saranno anche queste anomalie che hanno indotto The Economist che ha esaminato attraverso un Democracy index (indicatore di democrazia) lo stato di democrazia in 167 paesi (le democrazie complete sarebbero soltanto 24, le democrazie imperfette 48, i regimi ibridi 36, quelli autoritari 59) a classificare l’Italia al 37esimo posto considerandola una democrazia imperfetta. Oltretutto l’Italia é forse l’unico paese al mondo a considerare i partiti politici vere e proprie istituzioni affermando all’articolo 49 della nostra costituzione che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Con metodo democratico? Il Pci col suo centralismo democratico che non ammetteva correnti e minoranze era in linea con la prescrizione costituzionale? E oggi lo sono tutti i partiti personali che non fanno congressi e se li fanno la platea congressuale é fluttuante? Nel Pd tra gli iscritti aveva vinto un candidato superato però quando hanno votato anche i non iscritti che hanno eletto una non iscritta che si é iscritta solo per essere eletta. Qual’è oggi il concetto di democrazia? Penso abbia fatto bene Carlo Calenda a proporre attraverso una legge depositata in Parlamento l’elezione di un’Assemblea costituente. E’necessario, oggi più che mai, formulare una Costituzione adatta ai nostri tempi che preservi i principi fondamentali della prima parte e ridefinisca gli organi e le istituzioni della seconda in un contesto così mutato. La democrazia o si rinnova o muore. Tagliare il numero dei parlamentari senza differenziare Camera e Senato é una concessione a un sentimento malato di demagogia populista. Una scivolata inutile, controproducente, dannosa. Se come pare certo la proposta di una Costituente verrà bocciata dovremo farla diventare una ragione di una minoranza contro un torto dei più. Questa si chiama politica.

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