Gaza? Un affare immobiliare
Lo ha detto spudoratamente Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze del governo Netanyahu, esponente di spicco del partito di estrema destra “Partito nazionale religioso-Sionismo religioso”, estrema destra che annovera tra le sue fila anche Ben Gvir col partito “Otzma Yehudit”, attuale ministro della Difesa, e i cui membri alla Knesset risultano determinanti per la sopravvivenza del governo. L’affare della riconquista di Gaza e della sua ricostruzione e trasformazione in zona turistica, garantisce lui stesso, sarà oggetto di un intervento concertato cogli americani. D’altronde lo stesso Trump aveva annunciato la trasformazione di Gaza in una riviera. I palestinesi, quelli vivi, dovranno essere costretti a espatriare, con un relativo bonus. Ma dove, visto che Egitto e Giordania hanno fatto sapere di non volerli ospitare? Non certo in Cisgiordania giacché é stato recentemente approvato dal governo israeliano un piano per 3.400 nuovi insediamenti che taglierebbero in due la regione, rendendo impossibile la creazione della stato palestinese e configurando come solo formale l’amministrazione dell’Anp. Come é chiaro il governo Netanyahu, contraddicendo non solo la decisione dell’Assemblea dell’Onu del 1947, ma anche la storica posizione di Tel Aviv, non intende riconoscere ai palestinesi alcun territorio. Altro che “terra in cambio di pace”. Anzi, per i due falchi oltranzisti, e razzisti, il popolo palestinese semplicemente non esiste. Intanto continua l’offensiva su Gaza per eliminare Hamas (ma in realtà le vittime civili non si contano) e molto teoricamente per liberare gli ostaggi. Certo, occorre sempre ricordare che tutto cominciò con la brutale stage di Hamas del 7 ottobredel 2023, quando vennero assassinati a freddo ragazze e ragazzi che festeggiavano e colpite a morte, e brutalmente, intere famiglie israeliane nei kibbutz di frontiera nonché rapite duecento e più persone. Resta il fatto che Netanyahu da allora non ha iniziato solo una guerra contro Hamas, giusta e opportuna, eliminandone praticamente tutto il suo gruppo dirigente, ma un’offensiva prima di cielo e poi di terra per la conquista di Gaza, per l’espulsione dei palestinesi dalle loro terre, e per la messa sotto tutela dell’intera Cisgiordania. Sulla guerra ad Hamas siamo stati dalla parte di Israele. Hamas, come Hezbollah e gli Houthi, è un movimento terroristico finanziato dall’Iran per distruggere lo stato di Israele. E lo stesso slogan “Dal fiume al mare” dei pro Pal si inserisce in questa linea di disconoscimento del suo diritto all’esistenza. Ma nella guerra di conquista siamo dalla parte dei palestinesi ai quali si intende sottrarre con la violenza e lo sterminio la loro terra cacciandoli non si sa dove. Mentre l’Onu parla ormai di genocidio, la Spagna assume le misure di boicottaggio più dure nei confronti di Israele e la Commissione europea annuncia un pacchetto che va dalla sospensione del trattato commerciale con Tel Aviv a misure contro singoli ministri, membri di Hamas e coloni. Non servirà a molto. Servirebbe un intervento moderatore di Trump che pare più interessato all’operazione immobiliare che ad una iniziativa umanitaria. L’uomo é così. Quello che non ci vorrebbe per un’America coordinatrice e regolatrice dei conflitti del mondo.







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