La pace sia con voi
Dunque il piano per la pace illustrato da Trump in 20 punti (solo uno in meno di quelli di Mosca nel 1921 che causarono la scissione comunista) ha ottenuto oltre al parere favorevole di Netanyahu e a quelli dei governi europei e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, anche quello dei paesi arabi e della stessa Anp, dove il primo partito é quell’Al fatah del vecchio Yasser Arafat. Si attende il sì di Hamas. Quatar, Egitto e Turchia stanno facendo pressioni perché accetti e al momento un canale saudita Al Sharq ha fatto filtrare la notizia che l’organizzazione terroristica avrebbe richiesto garanzie sull’esilio e sul salvacondotto dei suoi e sul ritiro da Gaza dell’Idf. Il piano, in sintesi, propone che Gaza non verrà occupata da Israele ma “governata da un comitato palestinese tecnocratico e apolitico” e super visionato da un bord internazionale presieduto da Trump e composto da altri leader tra i quali Tony Blair “fino a quando l’Autorità nazionale palestinese non avrà completato il suo programma di riforme”. Così verrebbe risolta la questione degli ostaggi: Entro 72 ore dall’accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti saranno restituiti. Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, Israele rilascerà 250 ergastolani più 1700 cittadini di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in tale contesto. Per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno rilasciati, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti. Una volta restituiti tutti gli ostaggi, i membri di Hamas che si impegnano a una coesistenza pacifica e a smantellare le proprie armi otterranno l’amnistia. Ai membri di Hamas che desiderano lasciare Gaza verrà garantito un passaggio sicuro verso i paesi di destinazione. Il piano sta invece dividendo ancora il campo largo in Italia. Ad un invito della Meloni ad una posizione unitaria i Cinque stelle e Avs hanno risposto picche e schierandosi anche contro l’opinione dei paesi arabi e della stessa Anp hanno definito inaccettabili i venti punti di Trump. Fratoianni l’ha definito addirittura “colonialista e imperialista”. Evidente che coloro che contestano questa vasta intesa si pongono nella pericolosa posizione dell’isolamento internazionale e i riformisti del Pd lo hanno detto chiaro alla Schlein posizionandosi oltretutto anche contro l’Autorità palestinese e gli stessi paesi arabi. Per di più senza alternative che non sia continuare la guerra e la carneficina a Gaza. Vedremo come si metteranno le cose nel Parlamento della Repubblica italiana. E’ certo che una divisione anzi una lacerazione di queste proporzioni metterebbe la parola fine al campo largo o, se si vuole, lo ammutolirebbe su un tema cruciale di politica estera. Ci manca solo che, dopo la convinta adesione al piano di Macron e del laburista Starmer, anche il Pd si mettesse a contestare un accordo che parrebbe imminente definendo anche Hamas una banda di traditori come emerge dalle parole di Fratoianni. Se il piano é colonialista e imperialista allora chi li accetta ne diventa complice. Da non crederci.







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