Condivido il documentato articolo di Giuliano Ferrara apparso quest’oggi su Il Foglio. Non è accettabile alcun paragone tra il caso Navalny e quello Assange. Non è accettabile, per esempio, che Reggio Emilia dia la cittadinanza onoraria ad Assange mentre a Navalny i Cinque stelle dicano di no uscendo dall’aula. Le differenze tra i due casi sono abissali. Assange è vivo e sta bene. Navalny è stato probabilmente assassinato. Assange ha rivelato dei segreti militari, Navalny ha solo rivelato che in Russia non c’è libertà. Assange è trattenuto in un paese dalle consolidate tradizioni democratiche mentre Navalny era trattenuto in una prigione di tre metri per due in Siberia. Navalny era già stato avvelenato da agenti segreti russi e salvato in una clinica di Berlino. Putin già si era macchiato di terribili atti di sangue anche prima dell’aggressione all’Ucraina. I casi ormai non si contano. Assange, con le sue rivelazioni di segreti militari, ha messo a rischio tutte le missioni americane compresa quella in Afghanistan e in prospettiva il sostegno militare alla resistenza ucraina, Navalny ha condannato l’aggressione russa. Il giudizio di Londra, ove vige democrazia e separazione dei poteri non è paragonabile a quello pronunciato dai tribunali russi che seguono passivamente i dictat del governo. Tanto è vero che dopo l’estradizione dall’ambasciata dell’Equador, che aveva concesso ad Assange l’asilo politico poi ritirato, le due sentenze dei tribunali del Regno Unito hanno prima negato e poi concesso il trasferimento negli Stati Uniti. Potrei continuare. Detto ciò mi auguro, come Ferrara, che Assange possa presto abbracciare sua moglie e i suoi due figli ma non paragoniamo i due casi. Per carità e per verità.