Home » Disegno di legge: Legge comunitaria 2006

Disegno di legge: Legge comunitaria 2006

20/9/06 – Signor Presidente, abbiamo apprezzato, soprattutto noi che la conosciamo, le chiarificazioni rilasciate dal ministro Bonino e nel contempo le disponibilità ed i suggerimenti che sono stati sollecitati dal gruppo dell’UDC. Anche noi, quindi, come socialisti del Nuovo PSI, valutiamo con interesse la possibilità di addivenire ad una composizione di questo conflitto, che appare più ideologico che pratico. Certamente, nell’ambito della legge esiste un punto delicato: la necessità di recepire una norma comunitaria, ma anche, lo sottolineava giustamente prima l’onorevole Violante, la necessità di accettare il principio dell’asilo politico, che non è tuttora normato da alcuna legge del nostro paese.
Onorevole Giovanardi, è vero che l’articolo 10 della Costituzione si inserisce in un clima politico in cui l’asilo politico veniva concepito come asilo degli antifascisti, eravamo nel 1947-1948.
Pur tuttavia, esaminando la situazione internazionale di oggi, non si può dire che viviamo in un mondo di democrazie! È di ieri un colpo di Stato militare in Thailandia, un golpe militare, posto in essere dall’esercito che ha costituito una giunta militare. Se osserviamo il Mediterraneo, si evidenziano dittature quasi ovunque nei paesi arabi (e noi siamo nel bel mezzo del Mediterraneo!).
È, quindi, giusto recepire non solo la norma, ma il principio dell’asilo politico e di rifugiato politico, noi che siamo una democrazia di stampo liberale che intende garantire i diritti nel nostro paese! Tuttavia, non dobbiamo avere i paraocchi e limitarci a questo, ma osservare anche la democrazia negli altri paesi e nel mondo.
Certamente l’emendamento presentato all’articolo 8-ter, che introduceva anche una precisa dinamica con riferimento alle modalità per ottenere nel territorio nazionale il diritto ad essere considerato rifugiato politico, era tutto sommato discutibile ed è un fatto positivo che sia stato annullato dalla Commissione bilancio, facendo riferimento all’articolo 10 della Costituzione.
Quindi, per quanto ci riguarda, guardiamo positivamente alla possibilità di individuare un terreno comune in ordine a questo delicato, ma rilevantissimo problema (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).
21/9/06 – Signor presidente, anche io, come l’onorevole La Malfa, nel mio intervento di ieri avevo fatto appello al presidente Violante perché procedesse, con il suo buon senso, verso una composizione di quello che mi pareva un contrasto più ideologico che pratico e, quindi, necessariamente da superare. Prendo atto che non è così e che si vuole procedere, anche su questa materia, con una contrapposizione che mi sembra, tutto sommato, fittizia, anche perché – come ha già sottolineato ieri il ministro Bonino – il testo legislativo non muta il testo della vecchia legge Bossi-Fini. Potremmo, quindi, arrivare al paradosso che coloro che propongono emendamenti al testo su questa materia finiscano per mutare il tessuto della vecchia legge Bossi-Fini che, invece, si intende difendere ad oltranza.
Dobbiamo fare tutti uno sforzo per arrivare ad una composizione del contrasto, che mi pare più strumentale e propagandistico che pratico e politico, anche perché non credo che qui, in Parlamento, dobbiamo semplicemente «cavalcare la tigre» delle insoddisfazioni rispetto al tema dell’ingresso dei clandestini, applicandolo alla discussione di questa legge, che c’entra poco o nulla con questo delicatissimo problema.
Non ritengo poi che, come legislatori, possiamo sposare la tesi secondo la quale hanno ragione sempre le maggioranze. Se applicassimo alla Germania del 1933 il concetto per il quale i sentimenti delle maggioranze determinano un diritto, dovremmo arrivare alla conclusione che era giusto il sentimento antiebraico che scaturiva dal popolo tedesco. Non credo che il diritto sia la conseguenza di una sorta di referendum imposto dall’emozione o dall’opinione di una maggioranza.
Da questo punto di vista, ci tengo a sottolineare come, per tradizione, spirito politico e adesione ai principi di libertà e di tolleranza, ma anche nel pieno rispetto del sentimento della sicurezza, che deve animare ed anima la popolazione italiana, dobbiamo sollecitare l’esistenza – cosa che non è stata fatta nel passato, come ha ricordato l’onorevole Boato (con giudizi soggettivi e per questo certamente condivisibili solo in parte) – della legge sul diritto di asilo; una legge che, mi auguro, non sia un decreto o una legge delega al Governo, ma possa rappresentare uno sforzo congiunto di tutte le parti politiche di questo Parlamento, scevre da ogni spirito di intolleranza e di strumentalità rispetto alle posizioni che vengono assunte.

Signor Presidente, condivido l’idea che dobbiamo tutelare i diritti di tutti, anche i diritti dei diversi, ma questo ci distingue dai paesi totalitari che esistono tuttora in modo assai copioso nel mondo. Onorevole Luxuria ed onorevoli della sinistra radicale, questo ci distingue, ad esempio, dai paesi islamici e dai paesi comunisti, compresi Cuba e quella Cina nella quale ella, ministro Bonino, si è recentemente recata anche per portare una parola sul tema dei diritti. Sottolineo, a proposito di esecuzioni capitali, che la Cina è il paese che ne conta di più, come ci ha ricordato nei mesi scorsi con una mozione l’onorevole D’Elia in quest’aula.
Mi è venuto spontaneo parlare su questo argomento perché vorrei che la sensibilità verso i diritti di tutti, che io ed il mio gruppo avvertiamo assieme ad altri anche sul problema dell’asilo e del rifugiato politico, fosse una discriminante per giudicare i paesi del mondo e non soltanto un elemento strumentale da porre al centro del dibattito in occasione della legge comunitaria. Sul tema dei diritti e delle libertà si gioca il presente e il futuro del nostro paese e dei paesi dell’Europa, in questi mesi, in questi anni, nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Un dibattito come questo, al di là della strumentalità a cui è ispirato dalle diverse parti politiche, può essere anche molto importante se ispirato ai temi che devono caratterizzare il percorso legislativo del nostro paese e degli altri paesi del mondo sulla tutela dei diritti, sulla tutela del principio della libertà e della diversità. Sono necessari un’autonomia con la quale il nostro paese deve giudicare, alla luce della tutela dei suddetti diritti, gli altri paesi del mondo ed un criterio con cui stabilire relazioni nel mondo.
Non si può, ministro Bonino, dichiararsi soddisfatti, come ha fatto il Presidente Prodi, del viaggio in Cina semplicemente perché gli è stato detto che prenderanno atto delle nostre critiche e dei nostri rilievi in materia di diritti civili, al di là dei vantaggi economici che un viaggio in Cina può procurare. Faccio, dunque, un appello alla coerenza: quando si parla di asilo politico e di rifugiati politici siamo coerenti. Quando si parla di pena di morte e di rifugiati politici che provengono da paesi in cui i suddetti diritti non sono tutelati siamo coerenti, altrimenti rischiamo di non essere credibili (Applausi dei deputati del gruppo della Democrazia Cristiana-Partito Socialista).