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Il Vaticano e i diritti dell’uomo

Doppia sconcertante presa di posizione del Vaticano. Innanzitutto la Santa Sede si oppone alla proposta avanzata in sede Ue, dalla presidenza di turno francese (quindi del governo tutt’altro che rivoluzionario di Sarkozy) di depenalizzare l’omosessualità, visto che nel mondo ci sono ancora paesi che la considerano un reato da punire con la morte, e si tratta, oltretutto, in massima parte, di paesi mussulmani. La richiesta è stata accolta da tutti i 27 membri della Ue, dunque anche dall’Italia, come dichiarazione da presentare alle Nazioni Unite. La voce ufficiale del Vaticano, nel motivare la sua opposizione, ha precisato che il rischio che si aprirebbe è relativo al comportamento legislativo dei Paesi che non hanno norme sugli omosessuali uguali a quelle degli altri cittadini. Dunque ci sarebbe il rischio di una discriminazione tra Paesi ove sono possibili matrimoni gay o dove esistono leggi sulle coppie di fatto omosessuali, e quelli ove l’omosessualità resta senza diritti. Già il fatto che il Vaticano si consoli del fatto che 150 paesi non hanno aderito alla proposta, e vi consideri anche i paesi dove esiste la pena di morte per gli omosessuali, la dice lunga. E poi opporsi a questa richiesta solo per paura delle conseguenze, la dice anche lunga sulla mancanza assoluta di paura per l’attualità, e cioè per leggi che portano a morte e a tortura gli omosessuali nel mondo, senza che il Vaticano protesti e opponga alcuna resistenza. Ma non basta. E’ di ieri la notizia che il Vaticano si è rifiutato di opporre la sua firma alla Convenzione Onu sui diritti dei disabili. La motivazione è che nella convenzione non figura un chiaro pronunciamento contro l’aborto. Una nuova campagna sull’aborto è del resto annunciata anche dal nuovo partito creato da Magdi Cristiano Allam, sulla scia della lista di Giuliano Ferrara presentata alle politiche. Il partito di Allam critica, in nome di un integralismo religioso assoluto, Casini e l’Udc perché accettano la legge 194 e pare abbia l’intenzione di presentarsi alle prossime europee. I laici hanno il dovere di affermare le loro idee, senza complessi di subalternità. Occorre la comune presa di coscienza che in Italia soprattutto i diritti dei cittadini sono spesso a sovranità limitata. Abbiamo una legge sull’aborto voluta dai socialisti e dai radicali sempre sottomessa a tentazioni revisionistiche o addirittura abolizioniste, non abbiamo una legge sulle coppie di fatto e la discussione sul testamento biologico rischia di trasformarsi in una discussione per negare il diritto alla autodeterminazione e per evitare nuovi casi Englaro. Sarebbe utile che il governo italiano, nel difendere la posizione assunta sull’omosessualità in sede europea, rispondesse alle critiche del Vaticano. Senza reticenze e balbettamenti. E che i tanti laici che fanno parte della maggioranza si facessero sentire, una volta tanto.