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Ma adesso che cos’è che ci distingue da Fini?

Ha ancora precisato che lui è un laico e che lo Stato dev’essere laico. Ha detto che il Ddl Calabrò non lo è affatto e che la Camera dovrebbe modifcarlo. Non cede d’un millimetro, Gianfranco Fini, che al congresso fondativo del Pdl ha sfidato Berlusconi e si è collocato alla sua sinistra. D’altro sulla laicità dobbiamo ricordare non solo la posizione già sostenuta a proposito del “caso Englaro”, ma anche quella propagandata in occasione del referendum sulla procreazione assistita. “Voterò tre sì” , disse a sorpresa l’attuale presidente della Camera. Ma non è solo sulla laicità che Fini si è distinto. Prendiamo la questione del fascismo, che per lui è “un male assoluto ” e per molti dei suoi, e non solo per la Mussolini, è invece un fenomeno solo irripetibile. Prendiamo la strenua difesa dei poteri della Camera e gli scontri col presidente del Consiglio sui decreti d’urgenza. E soprattutto la poszione assunta sulla question dell’emigrazione. Non solo le sue parole ripetute prima al congresso di An e poi a quello fondativo del Pdl, ma anche il suo giudizio sul pacchetto sicurezza. Insomma, sarà pur vero che Fini fa tutto questo per ritagliarsi un ruolo autonomo da Berlusconi e per prenotare una delle due poltrone del futuro (presidenza della Repubblica o presidenza del Consiglio) ma io mi sto facendo una domanda: “Adesso che cosa mi distingue da Fini?”. Posso dire che non vado neanche in crisi se non trovo una risposta?