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Diritti degli elettori e rispetto delle regole

Si fa un gran parlare del decreto del governo, come di una norma necessaria per garantire i diritti degli elettori. E vengono spontanee due considerazioni. Se la bocciatura di una lista è uno sfregio di tali diritti, allora bisogna riammeterle tutte. Tutte, anche quelle dei più piccoli partiti che rappresentano altrettante piccole fasce di elettorato. O bisogna anche distinguere tra i diritti dei più forti e quelli dei più deboli? Secondariamente, occorre anche una netta distinzione tra le possbilità di opzione eventualmente negata e quella consentita I listini (cioè il gruppo di candidati che scattano col premio di maggioranza e che indicano un candidato presidente) sono una cosa, le liste di partito un’altra. La bocciatura dei primi inibisce la possibilità di scegliere sulla base di una competizione democratica, la bocciatura di liste di partito (vedasi il caso del Pdl del Lazio) non cambia la sostanza della competizione, perchè lascia inalterata la candidatura a presidente e la presentazione delle altre liste collegate e ammesse. Non aver introdotto nemmeno questa tutt’altro che formale distinzione porta a ritenere che il governo sia interessato, più che a garantire il diritto di voto, solo a garantire il diritto di voto dei suoi elettori.