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Degola, Barilli e Godot

L’amico Degola, al quale mi unisce, oltre all’omonimia, anche una certa passione per il teatro, svolge un intervento per mettere in guardia gli spettatori dall’arrivo di un Godot che, come nella famosa rappresentazione, non arriva mai. L’amico Mauro sbaglia però nell’assegnare i ruoli. La cooperazione non è tra gli spettatori, ma sta rappresentando la scena. E’ essa stessa, anzi, che ha messo in vendita la compagnia, e noi ci stiamo da tempo interessando perchè arrivi un nuovo acquirente che dia solidità e garantisca un futuro al teatro. Dopo il mancato arrivo (e non certo per responsabilità dell’Amministrazione comunale, nè del dottor Barilli) di cordate provenienti da fuori Reggio (l’ultima è quella di una finanziaria bresciana, che pareva ormai sulla rampa di lancio), Alessandro Barilli, assieme a un gruppo di imprenditori reggiani, sta tentando, con un progetto chiaro e senza alcun infingimento, di rilevare alcune quote oggi nella mani della coperazione che ha più volte manifestato, vedasi l’intervista di Cigarini alla stampa rilasciata soli pochi giorni orsono, di rimanere nella compagine sociale, sia pur con una quota di minoranza. Barilli non è Godot, ma un interlocutore che merita rispetto e attenzione. E’ pronto a entrare in scena alle condizioni che ha prospetatto. Può essere che il suo progetto non piaccia alle coop, anche se il piano Barilli, che merita almeno di essere approfondito, prevede, tra l’altro, anche l’acquisto dello stadio, oggi nelle mani del curatore fallimenatare, con Unieco e Orion creditrici. Può essere che le coop preferiscano vendere la Reggiana a un altro interlocutore. E’ legittimo. Basta saperlo. L’importante è che nessuno pensi oggi di smettere di aspettare Godot per chiudere il teatro.