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Del Bue sul “Forza Reggiana” in “Onorevoli commenti”

Ancora tu, non mi sorprende lo sai…

Dopo le quattro botte il sorriso di Cremona. Un sorriso sofferto, anzi di più, preceduto da spaventi e miracoli. Al primo rigore parato ho urlato a più non posso, ma al secondo ho lanciato un’arancia appena sbucciata addosso al povero Romano. Raramente mi sono emozionato così per una partita. Togliamo le due finali dei mondiali vinte (Madrid 1982 e Berlino 2006). Togliamo lo spareggio per la salvezza con l’Alessandria di San Siro del giugno 1975 (li abbiamo fatti grigi…come oggi?). E poi quella storica gara col Cosenza del dicembre del 1990 (il 7 a 4 partendo da uno 0 a 3), quel 3 a 2 col Prato del 1985 (coi due gol negli ultimi minuti). E anche una gara vinta a Parma nel 1978, gol di Neri e poi nel 1986 gol di Albi e Cacciatori. E pure la partita di Cesena del 1993 per la A e quella di Verona per la seconda promozione in Paradiso. E andando ancora più indietro mi sovviene una gara col Novara vinta 2 a 1 nel 1960, con gol di Tribuzio e  Pinti al 90’ e Del Grosso che svenne in campo. Non me ne vengono in mente altre così pirotecniche. E così necessarie. Perchè vincere era come respirare. Ma vincere in quel modo, forse, è come risorgere. Sorpreso no. Perchè (no sarà solo) ma è anche il risultato del cambio del modulo. L’ho più volte richiesto a Mangone. Che mi abbia finalmente dato retta?

Mangone ascoltami

Magari il modulo è il meno. Però sarà un caso se l’anno scorso Dominissini, con Alessi seconda punta e con cinque centrocampisti, abbia raggiunto i play off e col rifinitore dietro le due punte abbia invece fatto flop? Sarà un caso se, coprendoci di più e partendo con un centrocampo più solido, abbiamo avuto molte più ripartenze e più gioco sulle fasce, soprattutto a destra con D’Alessandro? Un caso. Certo se Offredi e Manfredini non avessero parato i due rigori non saremmo qui ad esaltarci. Però, anche  prescindendo dal risultato, non si è vista a Cremona una Reggiana diversa? Una squadra, finalmente, che sa giocare a calcio e che sa prendere in mano le situazioni? Allora, ho risposto al mister, che mi accusava bonariamente di averlo voluto far fuori dopo le quattro sconfitte (non è vero, non posso far fuori nessuno, ma averlo solo ipotizzato non è certo un delitto di lesa maestà perchè in nessun’altra squadra un tecnico sarebbe stato riconfermato), che lui mi deve ascoltare. E che anche oggi deve giocare con quel modulo. Oltretutto il mio è stato un consiglio politico. In tutta amicizia, perchè Mangone mi è davvero simpatico. Se oggi cambiasse modulo e perdesse la partita le critiche sarebbero solo per lui. Se invece il modulo restasse quello vincente di Cremona, vada come vada, a lui non sarà rimproverato nulla. Mangone ascoltami, ti voglio bene e ti stimo, sei uno dei pochi mister che sa parlare correttamente l’italiano e sa ragionare di calcio, non cambiare…

Quei grigi benedetti e maledetti

Quasi sempre partite decisive le gare coi grigi alessandrini. Maledette e benedette. Non dimenticherò mai quel maledetto 2 a 1 del Moccagatta del 1961, quando il grigio Fanello, a pochi minuti dal termine, ci rubò la promozione in serie A. Era la Reggiana di Martiradonna e Calvani, di Corsi (Tito, proprio lui) di Sardei e Greatti, Tribuzio e Volpi. Magica. Ma lì si fermò la nostra corsa a due partite dalla fine. E poi, ancora, l’anno dopo una sconfitta per 2 a 0 che ci condannò praticamente alla serie C a poche giornate dalla fine. Come dimenticarsi, di contro, lo spareggio del giugno del 1975 a San Siro, vinto da noi che restammo in B grazie a Passalacqua che infilò il guardiano alessandrino a pochi minuti dal termine? E prima ancora quel testa a testa del 1970-1971 risolto a nostro favore con la promozione in B sancita da Spagnolo col gollonzo di Trieste? Due volte nella polvere, due volte sull’altare, come Napoleone. E oggi? Loro sono in zona play off, ma vedo che non brillano per pubblico allo stadio. Nella graduatoria noi che ci lamentiamo dei nostri 3.100 di media a gara siamo ben più avanti di loro che vantano soli 1.800 a partita. Eppure nel 1970 al Moccagatta c’ero anch’io, loro primi e noi secondi in C, in quella gara pareggiata dal nostro Spagnolo su cross di Zanon alla fine. E il pubblico era davvero maestoso. Stadio esaurito e tutti in piedi. Dove saranno finiti costoro? Erano anche giovani. Tutti su Sky?